Aveva 1500 foto pedofile, arrestato

Le manette sono scattate ai polsi di un rappresentante di commercio quarantenne di Trento. Divulgava le immagini


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. Nel computer della casa in cui vive insieme alla mamma aveva un vero e proprio catalogo degli orrori. Più di 1.500 fotografie con ragazzine anche molto piccole protagoniste di rapporti sessuali e oltre dieci ore di filmati pornografici, sempre con ragazzine. Per questo l’altra sera gli uomini della Polizia Postale di Trento, coordinati dal vicequestore aggiunto Tiziana Pagnozzi hanno arrestato G.P., 41 anni, rappresentante di commercio di Trento. Le manette sono scattate su ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Carlo Ancona su richiesta del pubblico ministero Maria Colpani. Le accuse nei confronti del rappresentante sono quelle di detenzione e diffusione di materiale pedopornografico. L’arresto è stato deciso proprio perché l’uomo non si era limitato a detenere le immagini nel suo computer, ma le aveva divulgate tramite il sistema di peer to peer Emule. Le fotografie e le immagini erano a disposizione di tutti, contraddistinte da una sigla che indica che si trattava di materiale pedopornografico. Per questo la Procura ha deciso di procedere l’arresto dell’uomo.

L’altra sera, quando gli uomini della Polizia sono entrati nella casa del rappresentante ci sono stati anche motivi di tensione. Infatti, oltre al timore che una visita del genere può provocare, gli agenti si sono trovati di fronte a una situazione del tutto particolare. Infatti la famiglia dell’uomo aveva subito molti anni fa una rapina da parte della banda di Felice Maniero, il boss della Mala del Brenta. Così la madre dell’uomo, quando ha visto arrivare gli agenti, ha rivissuto quei momenti ed è stata aggredita da uno stato di choc. Ovviamente, poi, l’arresto del figlio, ha ulteriormente prostrato la donna. Dopo averla tranquillizzata, gli agenti hanno condotto l’uomo nel carcere di Spini di Gardolo.

Le indagini erano partite nel 2010 da Reggio Calabria. Gli uomini della Polizia Postale avevano iniziato a scaricare il materiale a disposizione su Emule e hanno verificato che c’erano molte persone che mettevano a disposizione materiale pedopornografico. Si trattava di materiale scaricato da altri utenti del sistema di peer to peer e poi lasciato in una cartella condivisa del computer. Gli agenti della polizia di Reggio Calabria hanno visto che il rappresentante di commercio trentino condivideva con gli altri utenti gran parte del suo fornito e sordido archivio. Per questo motivo è scattata la denuncia. Poi la Procura calabrese ha distribuito ai colleghi competenti per territorio i fascicoli dei singoli pedofili. Così l’incartamento riguardante il commesso viaggiatore è finito a Trento, sul tavolo del pubblico ministero Maria Colpani. Il pm ha chiesto l’arresto che, nel caso di divulgazione, è obbligatorio. In questo caso, comunque, le manette sarebbero scattate anche per la gran quantità di materiale detenuto dall’uomo che adesso è in attesa dell’interrogatorio di garanzia.

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