Assalto armato alla gioielleria: preso all’estero

Trento. È arrivato giovedì scorso a Linate con un aereo da Francoforte, scortato dal personale dell’Interpol, Remigijus Majoras, lituano di 28 anni. Preso in carico dal personale della squadra mobile...



Trento. È arrivato giovedì scorso a Linate con un aereo da Francoforte, scortato dal personale dell’Interpol, Remigijus Majoras, lituano di 28 anni. Preso in carico dal personale della squadra mobile di Trento, con la collaborazione dei colleghi della polizia di frontiera aereo-marittima, è stato portato in carcere a Milano. Questo in virtù di un’ordinanza di custodia cautelare che lo accusa di rapina aggravata in concorso e lesioni personale aggravate. I fatti risalgono al 2015 e solo legati all’assalto alla gioielleria Tomasi in via San Pietro. La “banda dei Rolex” era stata ribattezzata e grazie ad un’indagine che aveva visto lavorare insieme polizia e carabinieri, erano stati individuati i membri. Alcuni erano riusciti a scappare, ma l’estradizione della scorsa settimana sta a significare che nessuno è stato dimenticato.

Quelli di quel 28 aprile 2015 erano stati 41 minuti di puro terrore per i Tomasi. Tutto era iniziato alle 10.33 di un assolato martedì di fine aprile. Nella gioielleria Giancarlo Tomasi e la moglie che vedono alla porta un ragazzo. Aprono e il diciottenne chiede se nel negozio c'è qualcuno che parla inglese. Un modo per distrarre la signora mentre entrano i complici. Due spianano le pistole, il terzo nello studio dove c’è Giancarlo Tomasi che si sta muovendo verso il bancone. Viene fermato e buttato a terra e quando tenta di reagire gli viene spruzzato contro dello spray urticante e poi riceve un calcio al bacino. Sua moglie è bloccata minacciata con la pistola. E gli altri due rapinatori si mettono al lavoro sulle vetrinette. Con la mazzetta spaccano i vetri antisfondamento e prendono i Rolex buttandoli in uno zaino e nelle tasche. Il rumore dei vetri in frantumi fa pensare, a chi è fuori, ad una sparatoria. C’è un primo intervento della polizia locale e poi l’arrivo, massiccio, di carabinieri e polizia. I primi cinque vengono arrestati nei momenti successivi fra la stazione dei treni e via Suffragio e viene recuperata anche la refurtiva composta da diversi orologi marchiati Rolex.













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