«Arcoiris», braccia tese ai bimbi di strada

Un centinaio di volontari impegnati fra Trento e il Brasile. Adozioni, scuole, pozzi: tanti i progetti attivati dal 1989


di Annalisa Gerola


TRENTO. Sono sempre i più piccoli che pagano il prezzo più alto. Questo è quello che avviene anche in Brasile, dove molte famiglie non sono in grado di mantenere i propri figli e quindi la strada accoglie i bambini, che trascorrono la giornata cercando di sopravvivere. Quelli più sfortunati non hanno una famiglia, dove ritornare la sera, e vengono adottati dai marciapiedi e dai portoni delle chiese e dei palazzi. Con lo scopo di dare un futuro diverso a questi piccoli, nel 1989 è nata, a Trento, l’associazione di solidarietà internazionale “Arcoiris”, attorno alla quale ruotano oltre cento volontari.

«L’idea è partita da alcuni amici di Trento e di Nomi – ci ha raccontato la presidente Franca Cazzani - che volevano aiutare una giovane donna brasiliana impegnata ad allevare da sola e a fare da mamma a una ventina di bambini di strada. All’inizio l’aiuto è stato saltuario ma poi, poco alla volta, l’associazione è cresciuta e si è organizzata fino a diventare punto di riferimento costante non solo per i bambini soli, ma anche per le famiglie povere di alcuni grandi comuni del sud della Bahia come Itamaraju, Guaratinga e Jucuruçu». Referente brasiliano per l’associazione “Arcoiris” è il frate cappuccino frei Dilson, con il quale anni fa è stata avviata l’iniziativa “I Comuni trentini per i Comuni del sud del Mondo”, che ha visto partecipare 30 Comuni trentini, la Provincia, la Regione e vari Comuni bahiani. Il progetto ha portato all’acquisto di tre ambulanze per la città di Itamaraju che ne era priva, la costruzione di una grande scuola per i Senza Terra, frequentata da 300 alunni, l’edificazione di una scuola ad indirizzo professionale e l’acquisto di mezzi di manutenzione delle strade sterrate, unico collegamento tra migliaia di abitanti di paesi dispersi ed i centri maggiori. L’associazione opera anche in provincia, attraverso programmi di sensibilizzazione soprattutto verso i più giovani. «Abbiamo favorito varie esperienze di ragazzi trentini che sono andati a trascorrere in Brasile un periodo di volontariato sociale», ha proseguito la presidente.

Nei 24 anni di attività di “Arcoiris” sono state tante le iniziative andate a buon fine: costruzione di scuole, l’edificazione della case di accoglienza, pozzi per l’acqua potabile. «Grazie alle adozioni a distanza e alle risorse provenienti da iniziative di sostegno, come la partecipazione a feste campestri, manifestazioni fieristiche, bancarelle di artigianato brasiliano e altro, sosteniamo, da molti anni, mensilmente da 200 a 400 bambini ospiti nei centri e nelle scuole di Arcoiris a Guaratinga, Jucuruçu, Itamaraju, con contributi che permettono l’alimentazione, l’acquisto del materiale didattico, il controllo sanitario, la formazione e l’educazione», ci ha detto Cazzani. Nel 2004, ad Itamaraju, è stata avviata una scuola professionale agraria e di sartoria-cucito per gli ex meninos da rua oggi adulti. È un progetto che ha coinvolto in questi anni anche alcuni comuni trentini e la Provincia autonoma. «Abbiamo anche coordinato e attuato il progetto, di alcuni comuni trentini, di costruzione di una scuola e di un posto medico presso l’insediamento “Bela Vista” dei Senza Terra nei dintorni di Itamaraju», ha aggiunto.

Chi vuole sostenere i progetti di “Arcoiris” lo può fare attraverso l’adizione a distanza che permette, (con 25 euro al mese) o il versamento del 5 per mille nella dichiarazione dei redditi. Info su www.arcoiris-onlus.it o chiamando la presidente Cazzani allo 0464/505624.

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