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Alloggi Itea, via libera agli aumenti

Canone su del 20% per chi ha un Icef sopra lo 0,23. E uno anno di stop al contributo all’affitto dopo due anni consecutivi



TRENTO. Arriva il giro di vite sugli alloggi Itea. Venerdì la giunta provinciale ha approvato la delibera che modifica il regolamento in materia di edilizia pubblica con l’obiettivo - ha spiegato l’assessore Carlo Daldoss - di fare degli alloggi sociali «un punto di passaggio e non di arrivo per gli inquilini».

La prima novità riguarda l’aumento, dal 10 al 20%, del canone d’affitto per i nuclei familiari con Icef superiore a 0,23. Il canone oggettivo è legato al valore dell’immobile, quindi l’incremento della percentuale - si legge nella delibera - rappresenta una compartecipazione degli inquilini con migliori capacità economiche, un riequilibrio ulteriore delle assegnazioni di alloggi meno vecchi e una responsabilizzazione dell’alloggio pubblico di cui l’inquilino beneficia.

Per i sindacati nuovi aumenti dei canoni sono «insostenibili se non si introduce rapidamente l'indicizzazione dell'Icef», perché «oggi aumenti puramente nominali del reddito degli inquilini, che di fatto non assorbono l'aumento del costo della vita, producono già un aumento automatico degli affitti, con la conseguenza che i beneficiari dell'alloggio sono più poveri e pagano di più». La giunta ha promesso che nella finanziaria verrà introdotto un norma specifica per permettere l'indicizzazione, che a questo punto potrà essere prevista solo con un emendamento visto che nel disegno di legge approvato in commissione la norma non c’è.

Come annunciato, aumenta il peso assegnato agli anni di residenza: viene introdotto un punteggio (fino a un massimo di 10 punti) che va a premiare la residenza nel Comune o nella Comunità di valle, in modo da favorirne la permanenza. Questo punteggio si aggiunge al punteggio (fino a un massimo di 25 punti) che oggi è riconosciuto per la residenza in Trentino.

Un’altra novità rilevante interessa il contributi integrativo all’affitto, che dopo due anni consecutivi sarà sospeso per un anno, in modo da evitare distorsioni nella politica della casa - ha spiegato l’assessore - e favorire la rotazione tra i richiedenti. Anche in questo caso la decisione è stata contestata da Cgil, Cisl e Uil, secondo cui un blocco totale dell'integrazione al canone dopo due anni rischia di danneggiare le famiglie più povere, mentre sarebbe più equa una riduzione temporanea del 50% del contributo a partire dal terzo anno consecutivo di beneficio.

Per incentivare i comportamenti virtuosi degli inquilini e introdurre maggiore equità tra coloro che vivono in edifici vecchi rispetto a quelli nuovi, viene rimodulata la quota del risparmio sui costi energetici. E per favorire i lavori di riqualificazione energetica degli appartamenti si promuovono progetti di partenariato con le imprese, mantenendo invariato affitto e costi energetici: chi realizza i lavori sarà ripagato da Itea girando all'impresa l'affitto e le spese energetiche. Alla fine dei 10 anni il beneficio ricadrà anche sugli inquilini.

Il nuovo regolamento guarda infine anche ai cambiamenti della famiglia, in particolare punta a privilegiare l’affidamento condiviso dei figli in caso di separazione dei genitori: per questo, mentre oggi a un nucleo monopersonale può essere offerto un alloggio con una stanza, d’ora in poi si terrà conto dei figli in affido condiviso per offrire un appartamento di dimensioni adeguate.

Infine vengono semplificate le procedure per assegnare gli alloggi a canone moderato che si rendono disponibili, evitando così il proliferare di bandi pubblici per ogni appartamento che si libera e per garantire priorità ai nuclei già in graduatoria.

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