Al ristorante col vino portato da casa

Idea dello chef Rigotti di Maso Franch per attirare clienti in tempi di crisi: «E il menù lo preparo io a misura di bottiglia»


di Jacopo Tomasi


TRENTO. Andare al ristorante portandosi il vino da casa, con lo chef che prepara un menù su misura in relazione alla bottiglia scelta. Una piccola rivoluzione culinaria che approda anche in Trentino e, più precisamente, a Maso Franch, locale che si trova poco dopo Lavis, all'inizio della Val di Cembra. L'iniziativa si chiama "DiVinoMio" e scatterà a partire dalla prossima settimana, quando sarà possibile prenotare un menù (a tre o quattro portate) pensato dal giovane chef Diego Rigotti, premiato recentemente con il titolo di miglior chef emergente d'Italia, che realizzerà dei piatti che si sposeranno con la bottiglia che il cliente si porterà da casa. Un concetto semplice, ma estremamente innovativo che si rifà ad una tendenza già in voga in altri Paesi, soprattutto in Inghilterra e negli Stati Uniti, dove la filosofia del "Byob" (bring your own bottle, ovvero "porta la tua bottiglia") è già piuttosto diffusa. Insomma, chi possiede una bottiglia di vino "speciale", in casa o nella propria cantina, la potrà portare con sé al ristorante, gustandola con piatti di alta cucina che la valorizzeranno. Un'idea nuova e stuzzicante, al passo coi tempi anche perché cerca di andare incontro alle esigenze dei consumatori in un periodo non facile dal punto di vista economico e nel quale le famiglie tendono ad uscire meno a cena e a risparmiare su alcune voci.

Si rovescia, dunque, il concetto di "take away", l'idea di andare al ristorante e prendere il cibo da mangiare a casa. In questo caso, invece, si va a mangiare fuori ma ci si porta con sé una bottiglia di vino particolare, che altrimenti non verrebbe stappata in attesa della classica "grande occasione". "E' raro - spiega lo chef Diego Rigotti, che prima d'intraprendere questa esperienza ha lavorato al fianco di "mostri sacri" come Carlo Cracco e Gualtiero Marchesi - che una famiglia abbia tempo e possibilità per cucinare dei piatti che possano valorizzare veramente una bottiglia di vino di un certo valore. Portando invece la bottiglia da casa, alla cucina penseremo completamente noi, realizzando un menù su misura in base alle esigenze e ai gusti dei clienti". Si crea quindi anche un'interazione tra chef e cliente, tra chi prepara e chi mangia: un'idea interessante in una società sempre più interconnessa e nella quale le persone desiderano essere sempre più coinvolte. A partire da ciò che mangiano e bevono. "Uno degli obiettivi di questa iniziativa - conclude Carlo Samuelli, gestore di Maso Franch - è quello di avvicinare nuove persone alla cucina di qualità e di far riscoprire la cultura del mangiare e del bere bene". Con piatti preparati da un chef professionista, accompagnati dalla bottiglia che ci siamo portati da casa e che ci ricorda, magari, un viaggio o un regalo particolare.













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