È crisi anche per i posti barca sul Garda

Tanas: «Ci volevano anche 10 anni per averne uno a San Nicolò, adesso si fatica a trovare clienti». Stessa musica alla Fraglia


di Matteo Cassol


RIVA. La contrazione economica sembra farsi sentire anche sui proprietari di imbarcazioni che solcano abitualmente le acque dell'Alto Garda: essendo in linea generale non necessariamente dei "ricconi", anche qualcuno di costoro deve aver cominciato a farsi i conti in tasca. La conseguenza è che le liste di attesa per ottenere un posto barca, prima "eterne", si sono ridotte al minimo e che chi di competenza (la Lido di Riva Srl per porto San Nicolò, la Fraglia Vela Riva per gli spazi del circolo) fatica a trovare assegnatari che permettano di riempire il "parco" portuale rivano, che rappresenta più o meno il novantacinque percento di quello provinciale.

«Fino a un anno fa - spiega il presidente della Lido Marco Tanas - avevamo 150 persone in lista di attesa e avere un posto barca era quasi un miraggio: ci volevano anche un decennio. Quest'anno, invece, siamo arrivati a chiudere il cerchio con difficoltà dopo un turnover di solo una decina di assegnazioni, quindi oggettivamente c'è un forte calo nelle richieste. Attualmente i 200 posti che gestiamo - 160 ormeggi in acqua e 40 in secca - sono tutti pieni, ma c'è stata una contrazione enorme, con la lista d'attesa ridotta a una ventina di utenti che poi magari, una volta chiamati, rinunciano, com'è già successo negli ultimi tempi, contrariamente al passato». Questo a quanto pare per due ragioni opposte: da un lato c'è chi ha effettivamente qualche difficoltà economica e taglia su un hobby che può risultare troppo costoso (l'ormeggio per la categoria più cara costa 4.300 euro all'anno), dall'altro c'è chi in epoca di redditometri preferisce mantenere un basso profilo per provare a sfuggire ai radar del fisco.

«Nell'ultimo periodo - aggiunge Tanas - c'è stata una quindicina di disdette, un dato circa pari alla somma di quelle dei precedenti dieci anni, con difficoltà a trovare subentranti, mentre una volta c'era la coda a suon di gomitate per ottenere i posti. La priorità di assegnazione va ai residenti in provincia, che adesso però sono esauriti: vorrà dire che in futuro entreranno probabilmente esterni e stranieri».

Anche alla Fraglia si fatica parecchio: «Noi - commenta il direttore del porto Giancarlo Mirandola - abbiamo ottanta posti. Dopo varie disdette, siamo riusciti a riempirli solo telefonando di qua e di là e "pregando" vecchi soci, considerando il fatto che per noi quello del posto di ormeggio è un introito molto importante. Per quest'anno siamo riusciti a coprire, ma i prossimi anni rimangono un'incognita. La crisi quindi si vede anche nel nostro settore: emblematico il fatto che una decina di assegnatari ha fatto tagliare la prua della barca per rientrare in una categoria inferiore e risparmiare qualche centinaio di euro all'anno. Anche gli artigiani locali del settore sono molto più reperibili: una volta per farsi fare un lavoro anche modesto su di una barca occorreva "inginocchiarsi", ora ti contattano addirittura loro e in due giorni si riesce a fare tutto, a dimostrazione che la richiesta è assai diminuita. Per non parlare poi delle barche in vendita, con le riviste di nautica che - conclude Mirandola - sono piene di annunci a prezzi molto competitivi».

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