Due Roberto, un Giuseppe e la caccia aperta ai voti sciolti 

Domani si vota. Facchini outsider tra l’uscente Oss Emer e Valcanover che non si sono risparmiati attacchi e frecciatine ma rilevanti per l’elezione del sindaco potranno risultare le scelte alle urne del popolo leghista senza bandiera e dei 5 Stelle 


Paolo Silvestri


Pergine. Due giorni, domani e lunedì fino alle 15, per votare. Ci sarà la scheda per il referendum costituzionale sul numero dei parlamentari, ma ci sarà anche la scheda per rinnovare l’amministrazione comunale. I perginesi dovranno quindi scegliere a chi affidare il destino del Municipio nei prossimi 5 anni. E sarà una scelta tra continuità, voglia di cambiare e rotte inedite. Tra tre candidati molto diversi tra loro, ma tra strade che poi non si presentano così divergenti. Se proprio di vuol pensare ad una svolta netta, di rottura, solo quella verde di Giuseppe Facchini, amministratore e politico di lungo corso, la potrebbe rappresentare. Ma più logicamente sarà una scelta di uomini, oltreché di programmi. Di svolte non epocali, ma sostanziali.

La realtà di Pergine è chiara. Lo sono i problemi e le prospettive. E ciascuno dei tre candidati sindaco li ha ben presenti nei propri programmi elettorali. Ci sono il rispetto e lo sviluppo delle aree verdi. Ci sono i problemi di un turismo che non decolla, ma con una agricoltura che può fargli da traino. Ci sono aree dismesse, quelle ormai definibili come “ex qualcosa”, da recuperare alla città allo stresso modo dei palazzi che stanno facendo una gran brutta mostra di sé in centro.

Chi andrà alle urne avrà tre scelte. Quella chiaramente di centrosinistra di SìAmo Pergine con il candidato sindaco Giuseppe Facchini, verde nell’anima. Uomo di grande esperienza rispettato da tutti. E c’è quella civica questa volta su due fronti. Quello delle 5 liste senza bandiera di partito che da sette anni stanno alle spalle di Roberto Oss Emer, sindaco uscente, che ha chiaro un traguardo: «Finire quanto è stato avviato, perché in una solo mandato non si può sviluppare appieno un programma». E quello diventato Polo Civico Autonomista con 2 civiche e una di bandiera, il Patt, che sostengono Roberto Valcanover. “Il nuovo” per la coalizione che lo sostiene, nella quale alcuni candidati (Nicola Degaudenz in testa) hanno voluto nei giorni scorsi chiarire la propria appartenenza a una visione liberale della politica issando essei stessi una sorta di altra bandiera. La “serpe in seno”, come lo definiscono le Civiche quando attaccano Oss Emer accusandolo di immobilismo. Oss Emer che contrattacca accusando di «presenza silenziosa in consiglio per sette anni» rivolgendosi a Valcanover, allora parte della stessa maggioranza.

Ci sono stati attacchi duri tra i due Roberto. Lo hanno fatto tanto con i vecchi mezzi (stampa e tv) quanto con quelli nuovi (social vari). Ma quello che conterà alla resa dei conti di martedì saranno due cose: il porta a porta e chi non c’è. Da una parte peserà la capacità di penetrare il tessuto sociale cittadino. Quello del centro città e quello delle frazioni, alcune sofferenti e insofferenti più di altre. La capacità dei singoli di raccogliere voti casa per casa, giacché la campagna elettorale pubblica è stata breve, anche intensa, ma non ficcante come altre volte. Dall’altra il voto sciolto di Lega e Movimento 5 Stelle, con i secondi finiti con il loro leader locale (Mario D’Alterio) nelle Civica di Oss Emer e i primi dispersi qua e là dopo aver fallito la costruzione di una alternativa di centrodestra a guida leghista.

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