Taio, Paolo Brida chiude l’ultimo sacco di farina 

Dal panificio alla pensione. Un’attività che la famiglia portava avanti fin dagli anni Cinquanta «Non è facile vivere alla rovescia anche se svolgi un’attività che ti appassiona e che hai nel Dna»



Taio. È uscita l’ultima spaccatina dal forno del Panificio Brida di Taio. Sabato 30 marzo è stato il giorno conclusivo per la produzione di un’azienda che ha scritto una pagina significativa della storia della panificazione in paese e nelle zone limitrofe. Il titolare del forno, Paolo Brida, classe 1956, ha chiuso l’ultimo sacco di farina e si è proiettato nella nuova, sospirata dimensione di pensionato. «Non è facile vivere alla rovescia – racconta – anche quando svolgi un’attività che ti appassiona e che hai nel Dna». Perché il forno impone di lavorare di notte e quello di Taio è stato gestito dalla famiglia Brida, originaria di Tres, fin dagli anni Cinquanta, seguendo una tradizione che si snoda tra mulini, panifici e rivendite di pane.

Un arco di tempo che ha visto qualche passaggio di consegne, come dal padre Guido al figlio Paolo, qualche spostamento legato alle mutate esigenze di lavorazione (dal piano seminterrato di via Roma al nuovo laboratorio di via di Naion), ma sempre nel rispetto di una sostanziale continuità che ha garantito nel tempo la genuinità dei prodotti da forno e la qualità della produzione artigianale. Quali momenti resteranno nel cuore di chi per anni ha atteso la cottura del pane davanti alla bocca del forno? «Con Brahim, aiutante per lunghi anni, ogni notte era diversa da quella precedente, ma alcune sembravano non finire mai – rivela Paolo Brida – erano quelle del periodo natalizio, quando al pane si aggiungevano i dolci tipici del momento. Non potrò mai dimenticare le montagne di asinelli di Santa Lucia che dovevano arrivare nelle case in tempo per rendere felici i bambini».

A garantire in paese la distribuzione di pane e dolci c’è sempre stato un negozio, anch’esso spostato negli anni – da via Roma a via Barbacovi – gestito prima dalla mamma di Paolo, la “Elsa del pan”, e successivamente dalla sorella Lucia, passata dal ruolo di insegnante della Scuola d’Infanzia a quello di venditrice dei prodotti di famiglia. Un servizio, quello garantito dal Panificio Brida, di cui in paese e nelle zone vicine si sentirà la mancanza. «Vorrei rivolgere un ringraziamento particolare a tutti i nostri clienti – conclude il titolare – per anni hanno dimostrato apprezzamento e fedeltà. Grazie di cuore».

Con il mese di aprile, dunque, anche le porte del negozio rimarranno chiuse e per tutti inizieranno nuovi giorni e nuove abitudini. Quel sottile filo di nostalgia verrà sciolto dalla forza della novità e per Paolo, che ricomincerà a vivere di giorno, si apriranno nuovi spazi: sono già pronti a riempirli il nipotino Ethan, lo sci e tantissimo tifo per la Juve.

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