Una eco-pedalata racconta i rischi ambientali del Chiese 

Iniziativa dell’Università di Trieste. Domani sono previste due tappe, a Storo e Daone Con due incontri; sulla “giustizia idrica” e sull’uso ricreativo delle acque con i pescatori


DANIELE ERLER


Storo. Si può fare ricerca scientifica e battersi per la difesa dell’ambiente anche pedalando. Arriva in Trentino l’eco-carovana del Chiese, in due tappe domani, a Storo e Daone. L’iniziativa è organizzata dall’Università di Trieste con l’associazione “Aree fragili” di Rovigo. In sostanza è un percorso in bicicletta lungo il fiume, partito martedì dalla provincia di Mantova e passato poi in provincia di Brescia. Il tratto trentino è quello finale. In ogni tappa sono organizzati degli incontri pubblici con associazioni e istituzioni locali: tutto questo porterà poi alla preparazione di un dossier, con l’obiettivo principale di risolvere i problemi ambientali del Chiese.

Il percorso

Il coordinatore del progetto è Giorgio Osti, professore in sociologia dell’ambiente e del territorio all’Università di Trieste: «Abbiamo costruito un itinerario di dieci percorsi e dieci tappe – spiega al Trentino –. Finora sta andando molto bene, anche perché siamo riusciti a coinvolgere sindaci, assessori e associazioni. Abbiamo ascoltato le loro istanze e quali sono le loro preoccupazioni». A Storo, alla casa sociale di Darzo, si parlerà di “giustizia idrica” con il Comitato permanente per la difesa delle acque. A Daone invece il tema sarà più leggero: si parlerà dell’uso ricreativo delle acque, con l’associazione dei pescatori. «Il Chiese è diviso dal punto di vista amministrativo ed è molto parcellizzato: per questo abbiamo pensato all’eco-carovana come a un messaggero di pace e di unità». Con l’obiettivo di effettuare una ricerca integrata sugli assetti e gli squilibri socio-ambientali dei territori che insistono sull’asta del fiume.

I problemi ambientali

La divisione fra i territori ha poi delle conseguenze concrete che sono sotto gli occhi di tutti. «Lo stanno capendo anche le istituzioni: se si continua ad essere disuniti, si lascia spazio a società più organizzate che riescono a penetrare per sfruttare il fiume – spiega Osti –. Il problema più grave del Chiese è quello della presenza delle centrali idroelettriche che regolano il flusso dell’acqua a seconda del prezzo dell’energia elettrica, a prescindere dal fabbisogno del fiume. In più il fiume attraversa una zona abbastanza abitata e molto industrializzata, con imprese che sono presenti da anni. Quindi ci sono problemi legati agli scarichi. Il Chiese è essenzialmente un problema ambientale, ma è anche una risorsa. Lo stanno capendo anche in provincia di Brescia, dove stanno progettando nuovi collegamenti ciclabili».

Le tappe trentine

Anche l’eco-carovana può diventare un modo per incentivare il confronto fra province diverse. Finora le istituzioni stanno rispondendo bene. Domani tocca al Trentino: alle 10 alla casa sociale di Darzo parteciperanno Aldo Gottardi del Centro Studi Judicaria, Mauro Finotti del Comitato permanente per la difesa delle acque del Trentino, Giovanna Molinari del Comitato Salv’Arnò e Natalia Magnani dell’Università di Trento. Alle 15.30 in località Limes, il Consorzio turistico Valle del Chiese, Andrea Crobu dell’associazione italiana guide professionali di pesca e Dino Zocchi dell’associazione pescatori Alto Chiese.

©RIPRODUZIONE RISERVATA.













Scuola & Ricerca

In primo piano