Appello al questore da Comunità Territoriale e Comun General 

Quattro mesi di attesa per ottenere il passaporto

FIEMME E FASSA. Quattro mesi di attesa per ottenere il passaporto. Tempi lunghi, troppo lunghi per i residenti di Fiemme e Fassa che già pensano a una vacanza dopo la stagione turistica invernale. Le...



FIEMME E FASSA. Quattro mesi di attesa per ottenere il passaporto. Tempi lunghi, troppo lunghi per i residenti di Fiemme e Fassa che già pensano a una vacanza dopo la stagione turistica invernale. Le liste d'attesa sono particolarmente snervanti e obbligano spesso a cambiare destinazione ripiegando su mete dove è richiesta la sola carta d’identità. Le due Comunità di valle hanno già fatto un passo formale inviando al questore un appello perché si trovi una soluzione. In Trentino sono operativi gli uffici di Trento, Rovereto e Riva mentre per le valli i centri di riferimento sono Primiero, Moena e Malé. Qui gli addetti della questura arrivano una volta al mese (di norma dalle ore 10 alle 16) per acquisire le impronte digitali. «Una presenza insufficiente – affermano gli addetti comunali dell'anagrafe – anche perché ci sono residenti di Trento che ingrossano le liste d’attesa delle valli». Le possibilità di accorciare i tempi sono due: portare la presenza del personale a due giorni al mese o bloccare le liste di attesa delle valli ai soli residenti del territorio valligiano. Attualmente lo Stato rilascia il passaporto cartaceo (durata decennale) con microchip elettronico inserito nella copertina. Nella memoria digitale sono registrati i dati anagrafici, la foto e le impronte digitali del titolare. Alla scadenza della validità, riportata all'interno, si deve richiedere l’emissione di un nuovo passaporto. È presente alla pagina due la firma digitalizzata. Esiste un servizio online (www.passaportonline.poliziadistato.it/) per richiedere il documento e prenotare ora, data e luogo dove presentare la domanda. Il passaporto italiano permette di entrare in 187 paesi del mondo (su totale di 196). Quello più “forte” è posseduto dai giapponesi (accesso per 190 stati) mentre il più “debole”, a pari merito, di Afghanistan e Iraq, per i cui cittadini è possibile l’accesso solo in 32 stati. Un dato che spiega la necessità, per diverse nazioni come Eritrea, Somalia, Siria, Yemen e altri, di affidarsi a trafficanti di uomini. G.B.













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