Lettera e raccolta firme  per il Tribunale del Malato 

Cavalese, il comitato “Fiemme - Giù le mani dall’ospedale” torna all’attacco dopo le dimissioni del pediatra Raffaele Troiano. «Lo abbiamo saputo dai social»


di Luciano Chinetti


CAVALESE. Il gruppo “Fiemme – Giù le mani dall’ospedale”, dopo aver raccolto numerose testimonianze del profondo disagio da parte dei genitori a seguito della partenza irrevocabile del pediatra dottor Raffaele Troiano (subentrato dopo il pensionamento della dottoressa Andreina Ferrari) decide di attivarsi e di organizzare una raccolta firme, da allegare alla lettera inviata il 31 agosto al Tribunale per i Diritti del Malato dell’Avisio, contenente una serie di richieste per una tempestiva azione risolutiva da parte dell’Apss del grave problema innescato da questa situazione.

“Una Valle unita che sa difendere ciò che davvero conta – si legge nel documento - è una Valle viva. Una Valle che difende i bambini e gli anziani è una Valle profondamente saggia. Perché, al di là di ogni opinione personale, siamo tutti utenza coinvolta. Siamo tutti bisognosi di Cure e di Servizi Sanitari di qualità. Una firma, dunque, per far comprendere che non ci arrendiamo di fronte alla prepotenza di chi stabilisce regole che si discostano sempre più dalle reali esigenze delle persone”.

Nel documento, il cui lungo testo integrale è pubblicato su Facebook, il comitato “Fiemme – Giù le mani dall’ospedale” fa cenno anche alle motivazioni che hanno indotto il professionista ad abbandonare il servizio di pediatria della valle di Fiemme.

“Le famiglie- si legge ancora nel documento sottoscritto oltre che dalla presidente Rita Rasom anche da tutti i membri del Comitato: Patrizia Caviola, Annamaria Vanzo, Denise Nones, Anna Dezulian, Maria Bozzetta e Anna Divan - non possono più accettare i numerosi disservizi legati alle modalità gestionali dell’Apss troppo frequenti in val di Fiemme in questi ultimi anni. Il senso di vuoto e di abbandono, come abitanti di queste valli, cresce giorno dopo giorno e ricevere comunicazioni in merito al dottore dei propri figli dai social piuttosto che dalla stampa, anziché dall’Azienda preposta a fornirle nella giusta veste ufficiale, pena la credibilità sia delle informazioni che della stessa, non ha fatto che aumentarlo. La sfiducia nei mezzi e negli intenti di chi gestisce la sanità trentina è grande. Decidiamo pertanto di farci portavoce, attraverso il Tribunale del Malato, delle perplessità dei genitori nel corso di queste ultime settimane. Vogliamo capire – sottolineano- se l’Apss era a conoscenza delle decisioni del dottor Troiano, se sono stati rispettati i tempi di preavviso contrattuale e perché non è stata inviata alle famiglie una comunicazione del suo abbandono. Qui c’è un’intera valle – concludono - che non intende adeguarsi a standard e decisioni che si discostano dalle reali esigenze delle persone”.

Tutte queste perplessità e l’assenza di risposte riguardante anche la riapertura del Punto nascite saranno raggiungeranno presto l’Apss di Trento insieme alle firme raccolte.













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