«La val di Fassa deve avere il suo ospedale» 

Anesi, presidente della Ual (non presente alle provinciali): devono diminuire le trasferte a Bolzano


di Valentina Redolfi


CANAZEI. Il presidente dell’Union Autonomista Ladina (partito non partecipante alle elezioni provinciali del 21 ottobre) Michele Anesi interviene nell’ambito della questione delicata dei servizi sanitari in Val di Fassa. «É ora – scrive Anesi – che la Val di Fassa costruisca il “suo” ospedale. In questi giorni non si parla d’altro che del nuovo ospedale di Trento (Not) e dell’ospedale di Cavalese con la riapertura del punto nascita, ma pochi si ricordano che la Val di Fassa, oltre ai residenti, ospita per molti mesi all’anno oltre 60.000 persone. Tenuto conto di tale bacino, una soluzione attuabile per assolvere ogni tipo di problema è la creazione di un mini-ospedale, costruito con dovizia di particolari in quanto a sostenibilità ambientale e sicurezza, per garantire svariate tipologie di prestazioni sanitarie di primo livello. L’ospedale che ho in mente – spiega Anesi - dovrà diventare il punto di riferimento di Fassa e delle valli circostanti, al fine da diminuire, specie in inverno, il ricorso all’ospedale di Bolzano spesso difficoltoso per le condizioni climatiche o perché affollato e congestionato».

«Il mini-ospedale fassano - spiega ancora Anesi - dovrebbe essere dotato di un pronto soccorso aperto 24 ore su 24 ed essere in grado di far fronte ad ogni esigenza in qualsiasi. Andrebbe ad ampliare i servizi sanitari della zona e li renderebbe anche più sicuri e all’avanguardia».

«Il luogo sul quale dovrà sorgere il progetto del mini-ospedale dovrà essere valutato con attenzione e la struttura dovrà essere facilmente raggiungibile con ogni tipo di mezzo (soprattutto l’elicottero e i mezzi di urgenza) e da ogni parte della valle», prosegue Anesi.

«Le spese per la costruzione saranno cofinanziate da progetti e fondi europei o regionali, e l’intero progetto di creazione di questo mini-ospedale non dovrà essere fine a se stessa, bensì dovrà diventare un punto di riferimento dell’intera valle, ed essere così inserito nella rete sanitaria e sociale del territorio».

«Le prestazioni sanitarie offerte dovranno garantire tempistiche certe ed essere trasparenti, affinché gli altri presidi territoriali vi possano direttamente fare riferimento. Associazioni di categoria, farmacie, medici di base e tutti i professionisti collegati alla struttura ospedaliera, in definitiva, saranno invitati a supportare la nuova rete sanitaria, nonché a creare un proficuo e reciproco scambio di comunicazione tra le varie istituzioni, al fine di ottimizzare il funzionamento di tutti i servizi sanitari esistenti, nel rispetto delle esigenze dei nostri concittadini. L’ospedale – chiude Anesi - fornirà soprattutto prestazioni convenzionate, in modo tale da ammortizzare i costi e le spese sanitarie, sia ordinarie che straordinarie».













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