LA STORIA

Dobbiaco: medico neolaureato salva ragazza dopo l'incidente. La madre lo cerca e lo ringrazia

Dopo l’appello della famiglia della giovane Sofia, rintracciato  l’uomo che l’ha soccorsa: «Ho il rammarico di non essere riuscito a salvare la donna di 84 anni»


Andrea De Polo


Bolzano. «Non sono un eroe e questa non è una storia a lieto fine». Alessandro Trapani, 25 anni, ha poca voglia di ricordare quello che è successo il 23 dicembre: tra Dobbiaco e Cortina, in uno schianto tremendo sulla strada delle vacanze, una persona è morta (Loredana Scaggiante, 84 anni, di Mestre) e tre ferite in modo grave. Lui, neolaureato in Medicina, residente a Treviso, è stato tra i primi a prestare soccorso. Ha liberato Sofia Morellato Mondin, 19enne di Collalto di Susegana, dalle lamiere dell’auto, l’ha immobilizzata, ha cercato di tranquillizzarla. Poi ha praticato il massaggio cardiaco all’84enne di Mestre, ma non è bastato, e questo oggi è il suo più grande rammarico.

La foto virale

La fotografia, scattata da chissà chi, di Alessandro che si muove tra le lamiere delle auto per prestare soccorso è diventata “virale” sui social grazie al post della mamma di Sofia, che l’ha diffusa su Facebook accompagnandola a un messaggio: «Grazie a questo medico che il 23 dicembre ha soccorso mia figlia a seguito dell’incidente avvenuto a Dobbiaco sulla strada per Cortina. Se qualcuno sa chi è, lo vorremmo ringraziare di persona. Grazie». Desiderio esaurito: due giorni fa la famiglia della giovane e il suo salvatore si sono parlati al telefono, in attesa di incontrarsi di persona quando Sofia starà meglio.

«Ci siamo sentiti - dice il giovane medico - : è stata mia mamma a vedere su Facebook la foto e l’appello e mi sono messo in contatto con chi mi cercava. Sono stati molto gentili con me, io ho chiesto soltanto come sta la ragazza: l’operazione è andata bene, e questa è la cosa più importante. Ci vedremo sicuramente, magari non subito; loro stanno passando giorni complicati. È normale dopo quello che è successo».

Alessandro Trapani ricorda così quei drammatici momenti: «Mi trovavo in coda come decine di altri automobilisti all’altezza di Carbonin, tra Dobbiaco e Cortina. Qualcuno ha iniziato a fare inversione di marcia, ho capito che davanti c’era un incidente e ho provato a rendermi utile. Inizialmente pareva che la persona più grave fosse la ragazza, poi purtroppo ci siamo accorti che c’era la signora più anziana in gravi condizioni, incosciente. Ho provato a rianimarla, abbiamo allertato il 118 e atteso l’arrivo dei soccorsi, purtroppo non è bastato».

I primi soccorsi

I familiari della giovane Sofia, hanno voluta ringraziarla per quello che ha fatto: «La ragazza - era ancora cosciente, si lamentava per un forte dolore alla schiena ed era sulla neve. Non potevo fare altro se non stare con lei, parlarle, tranquillizzarla e metterla al sicuro finché non arrivassero i soccorsi. Le ho detto di non muoversi. Non ho fatto niente di speciale». Sul web è diventato “il medico eroe” che in Cadore ha salvato una ragazza.

«In realtà in questo momento non sto nemmeno lavorando. Mi sono laureato a giugno in Medicina, ma non sono ancora stato assunto. Ripeto, ero lì per caso e ho fatto quello che sentivo di dover fare. Dopo questa storia in tanti mi hanno scritto, mi hanno taggato su Facebook, mi hanno fatto i complimenti. Ma davvero, non mi sembra il caso. Perché non è una storia a lieto fine, è morta una persona: non c’è niente da celebrare. Così come si sono accesi in fretta, spero che i riflettori su di me si spengano subito. Sono contento di aver aiutato qualcuno, tutto il resto è di più».

 













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