«Per restare in Trentino servono infrastrutture e formazione»

ARCO. «Carenza di infrastrutture. Difficoltà a reclutare e stabilizzare figure di alta professionalità e competenze manageriali. E un elevato assenteismo». Sono queste le criticità che mettono in...



ARCO. «Carenza di infrastrutture. Difficoltà a reclutare e stabilizzare figure di alta professionalità e competenze manageriali. E un elevato assenteismo». Sono queste le criticità che mettono in pericolo la permanenza, o comunque lo sviluppo futuro, di Dana Italia ad Arco. Lo ha spiegato senza troppi tentennamenti il presidente Rino Tarolli: «Realizziamo 1.000 assali al giorno ed ogni camion ne trasporta 30-35, significa che muoviamo molti mezzi tutti i giorni. La velocità di spostamento, dunque, è un fattore non secondario e la carenza di infrastrutture è una criticità. Ma la velocità deve esserci anche nei mezzi di comunicazione, ovvero nelle reti informatiche, nella banda larga». Ma la vera emergenza è un’altra: la carenza di risorse umane. Dana, come le altre aziende del settore, fa fatica a trovare in loco lavoratori da impiegare nel comparto della meccatronica ed è quindi costretta a cercarli fuori provincia, con tutte le difficoltà del caso nel convincere lavoratori a trasferirsi in Trentino, territorio splendido ma che paga una posizione geografica ai margini rispetto alle grandi città. «Bisogna agire sulla formazione scolastica - ha sottolineato Tarolli - dando prospettive certe alle future generazioni. Bisogna agire sulla capacità attrattiva della meccatronica. Oggi l’offerta supera ampiamente la domanda ed è un problema perché si rischia che un domani vengano preferiti altri territori in cui sviluppare i progetti». Tra l’altro, l’alternativa ad Arco già esiste, il distretto di Brevini a Reggio Emilia, da poco acquistato da Dana. Il pericolo è tangibile e bisogna preoccuparsi. Per quanto concerne la carenza di infrastrutture, una risposta arriverà dall’avvio dei lavori della Loppio-Busa, che in prospettiva migliorerà, si auspica, la viabilità nell’Alto Garda. Sul fronte della formazione scolastica, invece, tocca alla Provincia mettere in campo rimedi efficaci. «Abbiamo deciso di realizzare un osservatorio permanente fra Università, mondo della scuola e associazioni imprenditoriali - la risposta dell’assessore Olivi - tenendo conto che, in questo territorio in particolare, oltre al turismo esiste anche una ricchezza che proviene dal comparto manifatturiero che è fondamentale per la nostra economia».













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