Delitto di Merano: disposta l’autopsia, abiti sotto sequestro

Gli investigatori a caccia di riscontri alle dichiarazioni dell’assassino reo confesso; poco credibile la pista della relazione segreta, si lavora su possibili rapporti economici tra i due «L’uomo arrestato sostiene di avere avuto negli ultimi due anni una relazione con la vittima e di averla accoltellata in un momento di rabbia, dopo che lei aveva deciso di lasciarlo». A parlare è il procuratore capo Guido Rispoli, durante una conferenza stampa sull’omicidio di Merano, in cui ha perso la vita Erna Pirpamer, parrucchiera di 65 anni. La delicata inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore Luisa Mosna, che subito dopo aver saputo dell’aggressione, si è recata a Merano e per ore ha ascoltato la confessione di Aouichaoui Boubaker, giardiniere tunisino di 32 anni. «Quando gli è stato chiesto per quale motivo ha colpito la donna - prosegue il procuratore capo - il giardiniere ha spiegato di aver avuto un litigio con la vittima. I motivi? Sembrerebbe di natura economica. La donna, questo sostiene l’aggressore, avrebbe prestato un’ingente somma al giardiniere e, alla fine della loro relazione, avrebbe chiesto la restituzione del denaro». Sulla premeditazione dell’omicidio, al momento, non ci sarebbero prove. Anche se, agli inquirenti è sembrato perlomeno particolare, che il tunisino girasse con un coltello da cucina, con una lama lunga quindici centimetri. «Se avesse premeditato l’omicidio - aggiunge il procuratore capo Guido Rispoli -, probabilmente non avrebbe deciso di incontrare la vittima in un parco all’aperto. Il magistrato gli ha chiesto come mai avesse nello zaino un coltello simile. Lui ha spiegato che per motivi di lavoro ha sempre un coltello in tasca. L’arrestato, infatti, lavora come giardiniere e persone del settore hanno confermato che lavorando all’aperto in molti hanno un coltello per prepararsi da mangiare durante le brevi pause. Ma ribadisco: in prima battuta non sembra premeditata l’aggressione. Ma ovviamente, stiamo facendo tute le verifiche del caso per escludere la premeditazione e per fare totale chiarezza sulla vicenda. E poi bisogna anche tenere conto del fatto che una volta capito cosa era successo, ha chiamato i soccorritori e poi si è costituito. Questo non cambia nulla alla gravità dell’accaduto. Rimane omicidio volontario». Boubaker, dunque, una volta realizzato che aveva colpito in modo mortale la sua presunta ex compagna, sarebbe fuggito perché sotto choc. Ma prima, ha avvisato il 118. Poi, si è liberato del coltello, gettandolo nel ruscello che affianca via Winkel. Infine, è salito in macchina e si è costituito. «Sembrava sconvolto durante la confessione - sottolinea Rispoli -. Non riusciva a parlare dell’accaduto. Poi, però, insieme al difensore e ad un traduttore, ha spiegato cosa è successo negli ultimi istanti di vita della donna meranese. Ora, i carabinieri stanno effettuano altre indagini per approfondire la relazione che c’era tra i due. Verranno controllati i tabulati telefonici di entrambi. Domani, inoltre, verrà effettuata l’autopsia sul corpo della vittima». Gli indumenti di Erna Pirpamer, così come quelli del suo assassino, sono stati posti sotto sequestro e analizzati dai carabinieri della scientifica. «Vogliamo capire se le tracce di sangue trovate sui pantaloni dell’indagato sono della vittima. Non vogliamo escludere nessun particolare. Bisogna anche capire, se i due avevano realmente una relazione o se il giardiniere era una sorta di stalker. Erano amanti? Oppure solo amici? La vittima veniva minacciata? L’uomo l’ha accoltellata perché le doveva dei soldi? Sono tutte domande, che al momento non hanno una risposta certa e chiara».

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