I comunali? Felici ma stanchi e stressati

I dipendenti promuovono il Municipio. Anche se a maggioranza si sentono poco valorizzati e gratificati ancor meno


di Luca Marsilli


ROVERETO. Vanno a lavorare volentieri e giudicano più che positivamente il comfort del luogo di lavoro, la sicurezza e il clima di collaborazione con i colleghi. Ma sono anche convinti, a larga maggioranza, di essere stressati. E, a maggioranza seppur risicata, di patire dei torti dal punto di vista dell’equità organizzativa. Per chiarire il concetto, si sentono poco valorizzati e ancor meno gratificati, sia moralmente che economicamente.

Sono gli aspetti più curiosi emersi dall’ «Analisi del Benessere organizzativo del comune di Rovereto»: un corposo lavoro di ascolto di tutti i dipendenti compiuto su basi scientifiche. Un questionario elaborato per il Ministero dall’Università di Roma è che attraverso 67 domande analizza la percezione della qualità del proprio lavoro, da tutti i punti di vista, di ogni dipendente. Un software apposito analizza poi la mole mostruosa di dati raccolti (30 mila) e ne fa una sintesi elaborandola in grafici. Ieri il sindaco Miorandi, comprensibilmente soddisfatto, il dirigente del personale Mauro Viesi e Cristian Schmid, curatore dell’indagine, hanno presentato i risultati.

Nel complesso, il quadro è assolutamente positivo. Nettamente migliore della media degli altri 106 comuni che in Italia hanno adottato lo stesso questionario e metodo di valutazione: il più vicino è Bolzano. Per loro stessa ammissione, i comunali hanno un rapporto soddisfacente di tempo libero rispetto al lavoro, operano in un ambiente che apprezzano e con colleghi con i quali collaborano bene. Anche se soffrono un po’ il pettegolezzo, che pare essere moneta spicciola nei corridoi.

Patiscono però la sensazione di non essere valutati adeguatamente e di contare poco nell’organizzazione. E in larga maggioranza: in una scala da 1 a 4, la media fa 2,88. Inoltre, appunto, sono stressati: sciogliendo il concetto, «il lavoro li assorbe completamente», «i compiti da svolgere richiedono una fatica eccessiva», «i compiti da svolgere richiedono un livello di stress eccessivo». Insomma, anche il luogo comune che nel pubblico impiego, sia pure con molte eccezioni, non ci si spacchi in due dalla fatica, va sfatato. O almeno, i 494 dipendenti del comune di Rovereto non si riconoscono affatto nello stereotipo.

«Useremo questo materiale - ha assicurato Miorandi - per cercare di migliorare la situazione: il senso dell’iniziativa era questo. E tra due anni rifaremo la stessa indagine».

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