Ho visto Maradona e ho “giocato” con lui al Combi 

Il ricordo. Il nostro Simone Facchini, già calciatore di Pro Vercelli e Trento, da pulcino del Passirio partecipò nel 1988 a quella partitella improvvisata col Pibe de Oro che scese in campo come un marziano


Simone Facchini


merano. Ho quella foto. Con me ci sono mio fratello, che da quel giorno tifa Napoli. Ci sono mio cugino, mio zio. E tanti amici, allora calciatori in erba e oggi uomini. Foto di famiglia allargata.

Ci ha preso come un pugno e ci ha gelato di sconforto, sapere a brutto grugno, che Maradona è morto. Perdonerà il grande Guccini il furto delle sue parole scritte per cantare la morte del Che. Alla fine, perché di fine si parla, si parla di due monumenti argentini.

Faceva caldo e i campionati erano finiti, eravamo bambini che il pallone ce lo portavamo a letto. Il Passirio Merano era la nostra famiglia calcistica, e la seconda famiglia umana. Strana e fuori tempo quella convocazione, trovatevi al Combi ci dicono, a noi che andare la domenica a fare i raccattapalle era come stare a San Siro. Ci danno le magliette, sarà una partitella, chissà perché ma poco importa a noi basta giocare. Alcuni in rossonero, altri in azzurro. Milan e Napoli, volendo. L’hanno giocata anche qualche giorno fa.

Poi arriva lui. Palloni, riccioli e sorrisi sparsi. Non stiamo a dire della parabola umana dell’uomo controverso, ma della umanità che seppur sfiorata, è rimasta in chi quel giorno c’era. Ad accompagnarlo Henri Chenot al cui capezzale il Pibe ritrovava conforto e linea per vincere scudetti e mondiali, e abbattere le barriere del campanilismo nel nome della classe. Qualche cross grossolano per i primi tiri in porta e poi qualche vero traversone di Truci, alias Renzo Rossi, sul magico sinistro di Diego insaccato in rete alle spese di un talentuoso portiere meranese, un certo Chicco Torneri.

E a noi che ci dicevano di Maradona, che leggevamo dei suoi dribbling e guardavamo in Tv i suoi tunnel, il più grande di tutti, e che in quel momento potevamo vederlo live. Non per sponsor, erano altri tempi. E altro che figurine, lui era lì felice e con quel sinistro. E poco dopo eravamo in campo tutti assieme, azzurri contro rossoneri, chi si ricorda quanto è finita, ma per chi c’era, c’era Maradona.

Maradona è morto, e ognuno lo capisce, che un eroe s’è perso, e qualcosa finisce.















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