Il caso

Centri per i migranti, l’Alta corte albanese stoppa l’accordo con Roma

Sospesa l'approvazione dell'intesa tra la premier Meloni e il primo ministro Rama. Accolti due ricorsi secondo cui il patto viola la Costituzione albanese e le convenzioni internazionali



ROMA. La Corte costituzionale albanese ha annunciato oggi (13 dicembre) la sospensione delle procedure parlamentari per l'approvazione dell'accordo Rama-Meloni sui migranti, prevista per domani.

L’accordo firmato il 6 novembre dai due primi ministri di Italia e Albania prevede di allestire due centri per migranti in Albania che possano contenere fino a 3mila persone. I due centri – dove la giurisdizione sarebbe italiana – sarebbero dovuti entrare in funzione a primavera 2024 e ospitare i migranti "il tempo necessario per le procedure” , con un flusso annuale complessivo di 36 mila persone una volta a regime.

La Corte è stata chiamata in causa da due ricorsi presentati separatamente dal Partito Democratico albanese e altri 28 deputati schierati a fianco dell'ex premier di centrodestra Sali Berisha.

Nel ricorso si sostiene che l'intesa viola la Costituzione e le convenzioni internazionali alle quali l'Albania aderisce. Ciò comporta che la ratifica parlamentare dell'accordo sia sospesa fino a quando la corte non si esprimerà con una sentenza, per la quale ha tempo 3 mesi.

La presidente della Corte, Holta Zaçaj ha spiegato che "il collegio dei giudici riunitosi oggi ha considerato che i ricorsi presentati rispettano i criteri richiesti, ed ha deciso di esaminarli in seduta plenaria. Ciò comporta automaticamente che le procedure parlamentari per la ratifica dell'accordo vengano sospese", fino a quando la corte non si esprimerà con una sentenza.

Secondo la legislazione albanese, la Corte costituzionale dovrebbe prendere una decisione entro tre mesi dalla data della presentazione del ricorso, quindi, entro il prossimo 6 marzo. La prima seduta della Corte è prevista il prossimo 18 gennaio.













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