I vignaioli fanno da soli e tornano con il Nosiola

Alla Rocca di Riva i produttori privati portano 150 bottiglie in degustazione Balter: «Senza regole inutile discutere di promozione con la Provincia»


di Maddalena Di Tolla


TRENTO. Il Trentino del vino che parla di passione e identità, per arrivare ai numeri ma sempre in modo critico: così ieri mattina è stata illustrata la prossima sfida (col guanto della qualità e dell'autonomia di categoria) dei circa 40 vignaioli trentini associati. All’enoteca-ristorante del Cinema Astra, culla del cinema di qualità e del buon cibo, l'Associazione dei vignaioli del Trentino ha presentato la seconda edizione della degustazione, dedicata al vino inteso come qualità, che avrà titolo “ArRIVAno i vignaioli”. Questa manifestazione fa seguito alla Mostra mercato dei Vignaioli del Trentino, avvenuta lo scorso aprile a Trento, un evento che si era rivelato di notevole successo, ricordano gli organizzatori. Così sabato 1 settembre (dalle 17 alle 23) andrà in scena nella splendida cornice della Rocca di Riva del Garda la seconda edizione dell'evento estivo proposto dal gruppo di produttori che, guidati dall'energico presidente Nicola Balter, ci tengono a rendere più stretto il legame fra il nostro territorio e i prodotti della vite. Oltre 150 saranno quindi le bottiglie in degustazione, dai Trento Doc ai vini da vitigni autoctoni come Nosiola, Traminer, Teroldego, Lagrein, Marzemino e Moscato Rosa, affiancati dai tanti vini da uvaggi o vitigni di buona qualità come Chardonnay, Pinot Nero, Cabernet e Merlot. Nel corso della mattinata di sabato inoltre avrà luogo una degustazione riservata alla stampa e agli addetti ai lavori e gli organizzatori spiegano che è già tutto prenotato, e che l'interesse sarebbe il primo frutto di un'azione decisa e motivata. Il tema della manifestazione, chiamata “ArRIVAno i vignaioli”, sarà non proprio banale: “Declinazione Nosiola: annate, territori e uomini di un'insospettabile passione trentina”, cioè si cercherà di tessere una trama di narrazione e gusto, per ordire un modo diverso di fare mercato. La polemica è nota, il problema annoso ad essa sotteso pure. Da anni si dice che per promuovere davvero l'identità fra prodotto e territorio, “ma anche per dare maggiore redditività ai produttori, per permetterci di investire” (come spiega Balter), bisogna passare dalla promozione soprattutto di vitigni autoctoni (quindi non del Pinot grigio, ad esempio), dal biologico,“inteso - spiega il presidente - non come etichettatura di marchio ma di più, come uno stile di vita, come un rapporto con il territorio e la produzione di rispetto rigoroso” e dai produttori “artigianali”, soprattutto. Del resto sono i vignaioli trentini a produrre circa l'80% della produzione agricola biologica trentina. Nel mirino dei vignaioli resta quindi il silenzio di Piazza Dante di fronte alle reiterate richieste di un cambio di visione e di approccio da loro avanzato. Il confronto con l'Alto Adige? “Da loro esiste un limite di commercializzazione al di fuori del territorio provinciale del 20%” - cita ad esempio il vice presidente Lorenzo Cesconi – se sgarri, non ricevi finanziamenti pubblici. Anche le regole, oltre ad un approccio di base, servono quindi. E in Alto Adige resiste un vero rapporto fra prodotto e territorio”. “Come accade anche per Valpolicella – aggiunge Balter – Dobbiamo lavorare insieme per scrivere regole opportune. A partire dal tema dei prodotti trentini. Fino a che non si sarà chiarito quel nodo, per noi non ha senso nemmeno discutere di promozione con la Provincia.” Quali sono gli scenari futuri dunque? “Ho l'impressione - ha concluso il presidente Nicola Balter – che dovremo andare avanti per nostro conto e darci ulteriori strumenti di comunicazione e promozione”.

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