Da campionessa di sci ad allevatrice di capre

Lorenza Cosner, di Passo Cereda, ha messo nel caseificio gestito con il marito tutta la passione che prima dedicava al fondo, dove ha vinto il titolo mondiale


di Carlo Bridi


PASSO CEREDA. Da Passo Cereda arriva una bella testimonianza di una donna plasmata dai sacrifici di uno sport molto duro com’è lo sci da fondo, che non smette di scommettere con se stessa, lanciando ancora nuove sfide. Parliamo di Lorenza Cosner, che fin da bambina è stata abituata ad una vita molto dura, alla quale sacrificare anche gli studi per lo sport agonistico, e precisamente per lo sci da fondo. Lorenza confessa: «È stato un lungo periodo della mia vita che mi ha forgiato il carattere, che mi ha date anche molte soddisfazioni: sono arrivata in vetta come campione italiano della specialità e campione del mondo in Canada con la staffetta. Ho girato l’Europa in lungo e in largo ed ho fatto conoscere la mia società, la Us Primiero, e la mia terra nel mondo. Ora la mia passione è passata ai miei figli, la più grande a 11 anni è già impegnata nello sport, e manco a dire, nello sci da fondo come mamma, ma anche il piccolo, a tre anni ha già calzato gli scii lo scorso inverno». Dopo un decennio di agonismo, il cambio della vita: il matrimonio, il lavoro come collaboratrice con la cognata Daniela nell’agritur, e dallo scorso anno con il marito la scelta di dedicarsi completamente all’allevamento, con una passione particolare, quella dell’allevamento bovino ma anche quello delle capre.

Ma come mai la passione per questo animale tanto discusso per il suo carattere? «La cosa - racconta Lorenza - è nata un po’ per caso, avevamo cinque caprette in stalla della razza Mochena, ho voluto cominciare a trasformare il latte in formaggio, prima per la famiglia per vedere il livello di gradimento e mi sono resa conto che poteva essere un’attività interessante. Di qui l’idea di potenziare la mandria per arrivare ad almeno 25 capre in lattazione, per poter avere una discreta quantità di latte da trasformare in formaggio caprino, un prodotto molto ricercato. Il mio progetto è quello di realizzare un punto vendita al passo Cereda a km zero dei prodotti della capra: latte e formaggio ma solo caprino perché quello bovino abbiamo l’obbligo di consegnarlo tutto al caseificio di Primiero».

«Non disdegno il lavoro in stalla, mi piace moltissimo anche fare il fieno, non ho problemi a salire sul trattore e tagliare o raccogliere il fieno considerato che per mantenere la nostra mandria ne tagliamo ben 50 ettari». Una cosa che colpisce è la grande professionalità anche nella scelta dei tempi di fienagione: mentre in altre zone abbiamo visto effettuare il primo taglio fino ad agosto, Lorenza e il marito sono partiti il 20 giugno quando si è sistemato il tempo ed ora hanno già finito il secondo taglio con il risultato di portare in fienile un foraggio eccellente. Ma il ruolo ti conservazione dell’ambiente per questa famiglia non si limita al taglio dei prati: anche la malga ha il suo ruolo, son ben 400 gli ettari sui quali l’azienda, nella quale è coinvolto anche un nipote del marito, vengono brucati dalle vacche in asciutta e dai capi in allevamento che vengono portati al pascolo durante il periodo estivo. Rimangono in stalla solamente 14 capi - precisa Lorenza - mentre tutti gli altri vengono monticati. Un sogno nel cassetto? «Quello di riuscire a consolidare il mio progetto, ma io sono abbastanza ottimista, perché faccio un lavoro che mi piace, che vede crescere bene i figli, e che dà molta soddisfazione anche a mio marito. Il nostro caseificio sociale riesce a pagare abbastanza bene il latte, 0,62 euro a litro, più il premio di qualità».

Ma l’attivismo di Lorenza la porta anche a sfruttare bene il suo hobby, quello di costruire con le sue mani dei pupazzi, degli animaletti di ogni genere che poi va a vendere nei mercatini delle fiere del Primiero, ma non solo si spinge anche fino a Pedavena nel Veneto.

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