«Un artista sensibile e ricco di umanità» 

Il ricordo dell’imprenditore Garberoglio e del pianista Raffaelli legati al cantante da profonda amicizia


di Sandra Mattei


TRENTO. La foto che ritrae sorridenti Goran Kuzminac, Sergio Contin testimonia l’amicizia che ha legato il cantautore e il suo paroliere (morto due mesi fa) a Gianfranco Garberoglio, imprenditore edile trentino. Quest’ultimo è rimasto vicino all’autore di brani memorabili come “Stasera l’aria è fresca” e “Stella del nord” fino all’ultimo, quando si è spento l’altra notte nella casa di Villazzano, dove vivono la ex moglie Donatella e le figlie. La storia dell’amicizia di Gianfranco Garberoglio con l’artista di origini serbe, che ha sempre mantenuto forti legami con il Trentino, dove ha frequentato il Galilei, è la dimostrazione di quanto Kuzminac fosse sensibile ed accogliente. «L’ho conosciuto - racconta Garberoglio - quando mi trovavo in Abruzzo nel 2009 per la ricostruzione del dopo terremoto. Ero in un container, di notte, in una situazione precaria che mi ricordava la naia. Ho pensato alla colonna sonora di quegli anni e mi sono venute in mente le canzoni di Kuzminac. Ho deciso così di scrivergli una mail, esprimendogli il mio stato d’animo. Con grande sorpresa mi ha risposto, nonostante fosse il cuore della notte, e mi ha detto che anche lui provava le stesse cose. Ho avuto quindi l’occasione di conoscerlo, una volta che Goran è arrivato in Trentino per un concerto e da allora ci siamo sempre frequentati. Mi colpì la sua disponibilità, la sua capacità di relazionarsi con le persone e la sua umanità, che ha espresso nelle sue canzoni, soprattutto nella fase della collaborazione con Sergio Contin. Purtroppo il loro sodalizio si è interrotto con la morte del paroliere di Ala, per la quale Goran ha molto sofferto. Per uno strano caso del destino, sono morti per la stessa malattia». Di Kuzminac, Garberoglio vuole sottolineare la volontà di non sottostare ai diktat della casa discografica e la scelta di autoprodursi gli ultimi album, segnati anche da un impegno civile, dopo le produzioni più pop dei primi anni della carriera. «Assistere ad un suo concerto - aggiunge Garberoglio - era un’esperienza sempre diversa, perché Goran, che alternava parole e pensieri profondi alla musica, variava la scaletta in base alle reazioni della gente che aveva di fronte, intuendone le sensibilità. La sua laurea in medicina l’aveva portato anche all’attività di musicoterapia per chi soffriva disagio psichico». Chi in Trentino ha avuto uno stretto rapporto musicale è il pianista Stefano Raffaelli, che l’ha accompagnato nei tour dall’’88 fino al ’93. «Per me Goran è stato un fratello maggiore - afferma Raffaelli - che mi ha fatto conoscere il mondo della musica pop, anche se poi io ho preso le distanze, scegliendo il jazz. Ma il rapporto con Goran è durato negli anni, perché quando incideva nuovi album mi chiamava e l’ultima nostra collaborazione è stata nel 2014 quando abbiamo inciso insieme i suoi successi, arrangiandoli in chiave jazzistica».













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