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Tva, la rimpatriata dei pionieri della tivù trentina

L’amarcord dei protagonisti dell’emittente dei Volani Il ricordo di chi non c’è più e gli aneddoti più esilaranti



TRENTO. Un piccolo spaccato della storia della televisione in Trentino Alto Adige nato per iniziativa di Claudio Marchi, capace di riunire venerdì sera a Trento una cinquantina di protagonisti dell’avventura professionale legata alla nascita di Tva – Televisione delle Alpi e anche di Europa Tv, nata successivamente e rappresentata, tra gli altri, dalla giornalista Cinzia Toller e da Franco Meassi e Antonio De Cia.

A ricordare la nascita di Tva è stato l’editore Mariano Volani, visionario imprenditore roveretano capace di fiutare le novità con il fratello Arnaldo e trasformarle in occasioni di business: da Tva a Domovideo, dall’acquisto delle telenovelas in Brasile per farle diventare fenomeno sociologico in Italia alle televisioni create a Praga e in Russia. E ancor prima alle syndacation volute in Italia con Rizzoli (Italia1) e Mondadori (Rete4), poi acquisite dall’editore che aveva fatto nascere TeleMilano: Silvio Berlusconi.

Si sono ricordati i momenti pionieristici con la prima trasmissione avvenuta nell’estate 1977 dall’ufficio di Augusto Giovannini grazie al collegamento con i ripetitori della Panarotta garantito da “valvolina” Galvan. E poi via con i ricordi e gli aneddoti legati alle persone, ai momenti, alle trasmissioni pionieristiche, ma capaci di far superare a Tva negli anni ‘70 la soglia dei 100.000 telespettatori al giorno quanto in Trentino Alto Adige (e in Italia) la televisione irradiava esclusivamente due Canali Rai e Telecapodistria.

Da quell’esperienza sono nati fior fiore di professionisti sia in campo giornalistico (con chiocce Rino Perego e Augusto Giovannini giunti a Tva dopo ruoli di primo piano all’Adige) sia nel settore tecnico e di ripresa tanto da far nascere a Trento già negli anni Ottanta una sorta di distretto televisivo unico in Italia se si escludono Roma e Milano. Tra i primi, tra gli altri, Giancarlo Innocenzi, Maria Concetta Mattei, Lorenzo Lucianer, Gianfranco Chiomento, Fabio Lucchi, Andrea Pretti, Gigi Giuriato, Tiziana Tomasi, Paola Ceccon, Gianpaolo Pedrotti e Diego Decarli a Trento; Giorgio Dalpiai, Maurizio Ferrandi, Tiziana Morigi, Franco Bragagna e Sergio Mucci a Bolzano. E poi il comico roveretano Lucio Gardin protagonista della Trasmissione “Notizie alla Brace” (antesignana di “Striscia la Notizia”). Tra i tecnici e cameraman Walter Merler, Sandro Demanincor, Gianluca Poddighe, Aldo Bernardi, Franco Sparano, Luca Dalbosco, Diego Busacca, Stefano Pizzoccaro, Bruno Butturini, Luca Franceschi, Cesare Fronza, Alberta Caldonazzi, Marco Borzaga, Luca Dallabona, Francesco Sturzen, Gianfranco Dusmet, Ivan Huez, Enzo Tomasi, Claudio Zancan, Fausto Bocher, Andrea Tombini e Claudio Marchi, molti dei quali oggi imprenditori e professionisti del settore a livello locale e internazionale.

Diego Decarli ha raccontato da testimone oculare l’attentato fatto da tre aspiranti brigatisti (uno dei quali subito arrestate grazie all’azione di Augusto Giovannini) nella redazione di via San PioX e dagli esiti tragico-comici. «Giovannini riuscì a bloccarne uno mentre gli altri due fuggivano dopo aver lanciato una bomba molotov in sala riunione - ha spiegato il giornalista in seguito divenuto responsabile dell’Ansa in Trentino – e io corsi alla porta blindata per chiuderla, impedendo il loro rientro e probabilmente una carneficina. Disarmato di pistola e fucile il terrorista si proclamò subito prigioniero politico. Venne deriso da Giovannini che dopo avergli tolto il passamontagna lo apostrofò con una battuta, “va là mona, te sei el Bortolotti..”, capace di sciogliere la tensione tra la decina di testimoni. In quei frenetici momenti l’ingegnere Pozzati (allora responsabile tecnico di Tva) dopo essersi tolto la dentiera tentò di colpire Bortolotti alla testa con in calcio del fucile e solo la prontezza di riflessi di Giovannini gli evitò il fortissimo colpo. A Bortolotti si lacerò però un sopracciglio e il sangue schizzò ovunque, in particolare sulla camicia bianca di Augusto. Così sulle foto pubblicate da giornali e riviste la scena apparve drammatica, cruenta mentre in realtà, fortunatemente, vi fu solo paura iniziale per le armi brandite dai terroristi, poi arrestati e processati».

Furono i primi brigatisti arrestati in Italia durante un attentato e per questo a Giovannini venne conferita la medaglia d'argento al Valor Civile.

E Lucio Gardin ha commentato altri momenti ilari con uno dei suoi piacevoli show. Ne è uscito uno spaccato di storia comica legato alle persone che lavoravano in Tva. Come quella volta che sul traguardo della Marcialonga stava arrivando Maria Canins Bonaldi, campionessa di fondo. «Il cameraman Aldo Bernardi attraversò la pista per riprenderla meglio – ha raccontato Gardin - solo che ai tempi la telecamera era ancora legata con un cavo al registratore in spalla ad una seconda persona, che rimase al suo posto. Il cavo divenne praticamente una fune tipo skilift che tagliava la pista di gara e quando arrivò la campionessa di fondo...». Tra i presenti anche l'ex ad Giovanni Biego di Costa Bissara e la figlia Laura (oggi a Publitalia), con Claudio Morat allora responsabile amministrativo.

Un momento di tristezza si è vissuto ricordando di chi non c’è più: con Augusto Giovannini e Rino Perego, l’amministratore Calderini e poi Luciano Da Canal, Lorenzo Lucianer, Aldo Bernardi, Danilo Trotter, Giorgio Menapace e Anna Brigadoi.













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