Trento: asta record per un quadro misterioso

Valutato inizialmente 3 mila euro, il «santo eremita» di scuola veneta (XVI secolo) vola a 90 mila


Giuliano Lott


TRENTO. Un applauso scrosciante nella sala delle aste Von Moremberg di via Malpaga ha accolto l'aggiudicazione di un ritratto di santo eremita risalente al XVI secolo, di scuola veneta. La base d'asta era di 3 mila euro. L'opera è stata battuta con un'offerta telefonica a 75 mila euro, vale a dire che incluse le commissioni verrà a costare poco meno di 90 mila euro all'acquirente.
Il successo della tela, un dipinto a olio di 86 x 71 centimetri, ha sorpreso persino i dipendenti della casa d'aste. «Non ci aspettavamo un tale apprezzamento - spiegano Pierluciano Podio, che segue la pittura dell'8-900, e la controbanditrice Benedetta Nardelli, curatrice della clientela italiana e internazionale -, ma non è la prima volta che accade. Certo, questo è uno di quei casi rari in cui la cifra di partenza viene moltiplicata più e più volte». A concorrere per il santo eremita, oltre al pubblico in sala, c'erano due contendenti al telefono. Di rilancio in rilancio, alla fine l'ha spuntata un acquirente che - per policy aziendale - è destinato a rimanere anonimo. «Il nostro lavoro si basa sulla riservatezza, qui non si fanno nomi. Ovvio, noi sappiamo benissimo con chi abbiamo a che fare, ma non sappiamo dire a chi finisca un determinato lotto. C'è gente che invia dei sensali, altri che comprano per conto terzi. Impossibile determinare la destinazione finale». Nessun mistero, invece, per le forze dell'ordine: ogni catalogo viene visionato con attenzione dagli esperti di polizia e carabinieri. Serve infatti il loro ok per bandire l'asta. Tutto da sfatare invece il mito delle sale d'asta affollate solo da miliardari filantropi. «Abbiamo clienti di ogni tipo. Moltissimi sono gente comune, con l'hobby del collezionismo. Spesso persone che risparmiano tutto l'anno per avere un gruzzolo da spendersi alle aste. Qui partiamo da valutazioni di base piuttosto basse, che invogliano al rilancio». Da Von Morenberg si trova di tutto: molta militaria, in particolare divise, fregi e armi antiche, opere d'arte - dal medioevo in poi -, gioielli e libri antichi. La merce arriva con una formula che assomiglia al tradizionale conto vendita. «Se la vendiamo bene è vantaggio sia nostro che del fornitore, ci guadagniamo entrambi». E la merce invenduta? «Rimane qui in visione per un mese, riceviamo offerte tardive e in rare occasioni si spunta qualche modesto ribasso». Sopresa per la battitura del dipinto record anche tra gli addetti ai lavori. Michelangelo Lupo e l'esperta di pittura veneta Annalisa Scarpa: «Un prezzo piuttosto elevato, pare un ritaglio di un dipinto più grande. Ma la fattura del viso è ottima. La scuola è con ogni probabilità quella di Giovanni Bellini. Probabile che l'acquirente sia un collezionista privato, l'iconografia devozionale ha un mercato limitato»

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