Telefonate, stop agli sprechi. E la Provincia scova i “furbetti”

Bollette dei cellulari lievitate anche di mille euro per l’attivazione di servizi Sms: pagano i dipendenti. Ma negli ultimi cinque anni Piazza Dante ha quasi dimezzato la spesa complessiva per fisso e mobile



TRENTO. La spending review passa anche per i telefoni. E così, ha deciso il ministero della Funzione pubblica, quelli della pubblica amministrazione saranno abilitati solo alle chiamate urbane, «ferma restando - recita la circolare dell’alto ieri - l’assegnazione al personale dirigenziale delle utenze abilitate alle chiamate nazionali e verso direttrici mobili, nonché alle chiamate all’estero per i soli direttori». Qui pubblica amministrazione significa prima di tutto Provincia. A cui va dato atto di aver già drasticamente sforbiciato le spese telefoniche: La tabella qui a fianco lo illustra con chiarezza: oggi Piazza Dante spende oltre un terzo in meno rispetto a cinque anni fa. Per quanto riguarda la telefonia fissa, oltre che grazie al calo delle tariffe, la svolta è avvenuta un paio d’anni fa con l’introduzione del Voip, le telefonate via Internet. Così il problema dell’abilitazione degli apparecchi alle chiamate esterne (interurbane e rete mobile) non si pone più. E infatti oggi i dipendenti provinciali devono passare per il centralino solo in caso di chiamate all’estero: soprattutto l’ufficio di Bruxelles, oppure i telefonari cellulari dei dirigenti in missione.

Più delicato è proprio il capitolo della telefonia mobile. Dove pure, peraltro, il risparmio in questi anni è stato imponente: dai quasi 800 mila euro spesi nel 2007 ai 450 mila stimati per quest’anno. Sono 1.200 i telefoni portatili in dotazione al personale provinciale, cui vanno aggiunti altri mille apparecchi per il traffico dati (modem per la trasmissione di informazioni meteo, pannelli per la gestione strade, chiavette Internet, iPad e così via). Oggi, se un dipendente utilizza il cellulare in dotazione per telefonate private, deve farlo anteponendo al numero chiamato altre quattro cifre: addebitando così sulla propria bolletta il relativo costo. E se non lo fa? Le possibilità di farla franca, soprattutto se avviene in maniera sistematica, sono poche. Ogni mese infatti l’intero traffico telefonico mobile della Provincia passa al vaglio dalla segreteria del Servizio reti e telecomunicazioni. Che segnala eventuali anomalie al dirigente.

Pur non frequenti, esistono precedenti di sprechi dovuti al comportamento del personale. Alcuni anni fa, per dire, è avvenuto che alcuni dipendenti abbiano dovuto pagare di tasca propria anche svariate centinaia di euro. Non per dolo: erano infatti stati attivati inconsapevolmente gli Sms Premium Mt, servizi a pagamento i cui principali contenuti sono loghi, suonerie e giochi, ma che possono fornire anche informazioni come ad esempio notizie dell’ultima ora e comunicazioni bancarie. Inconsapevolmente nel senso delle conseguenze sulla bolletta mensile, che in un caso era addirittura lievitata di oltre mille euro. Costi come detto poi addebitati agli sprovveduti dipendenti. Non solo: chi si reca all’estero con portatile o iPad deve sottostare a “restrizioni” del traffico disponibile sulla Sim. Da questa fitta maglia di controlli, resta ovviamente escluso chi comunque chiama i cellulari di familiari o amici dal telefono fisso dell’ufficio. «Una quota fisiologica resterà sempre - conclude Daniela Nicolussi, della segretaria del Servizio reti e telecomunicazioni - quando invece basterebbe un po’ di elementare buon senso». ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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