Susanne, per la Procura di Trento è omicidio

Aperto un fascicolo contro ignoti per la morte della Kessler a Sharm el Sheik



TRENTO. La salma di Susanne Kessler sta tornando in Italia. I poveri resti della quarantaduenne originaria di Cles hanno lasciato l'Egitto nelle scorse ore e, salvo intoppi, saranno in Trentino. Ma la vicenda non è affatto conclusa: il procuratore Giuseppe De Benedetto intende fare luce sui tanti aspetti ancora oscuri della tragica fine della donna. Aperto un fascicolo a carico di ignoti per omicidio, il magistrato già nei prossimi giorni potrebbe disporre l'autopsia. Scomparsa il 25 febbraio scorso a Sharm el Sheik, ritrovata nella baia antistante la rinomata località balneare il 3 marzo, Susanne Kessler è stata riconosciuta ufficialmente pochi giorni fa. Riconoscimento reso possibile solo dall'esame del Dna, dopo che anche il fratello, subito recatosi in Egitto, non era riuscito ad avere alcuna certezza sull'identità del corpo martoriato che la polizia gli aveva mostrato. I campioni di materiale biologico estratto dai resti, infatti, hanno evidenziato la compatibilità del profilo genetico con quello della mamma di Susanne. Resta ancora fitto il mistero sulle ultime ore della povera donna: il giorno in cui è scomparsa, alcuni te- stimoni - tra cui quattro turisti inglesi - avrebbero visto un uomo che si aggirava fra le dune di roccia nella spiaggia di Montasa, dove la quarantaduenne s'era fermata a prendere il sole. E nello stesso periodo si sarebbero registrati anche dei furti e, visto che anche a Susanne erano stati rubati i soldi dallo zaino, non è escluso che possa essere stata vittima di una rapina. Ma c'è anche un altro particolare: quel giorno, intorno alle 15, l'attuale compagno di Susanne aveva lasciato la spiaggia, forse dopo un litigio, per farvi ritorno un'ora dopo, senza trovarne più traccia. Gli amici della donna avevano iniziato le ricerche la sera stessa con le torce elettriche la spiaggia di Montasa e tornando sul posto anche il giorno successivo. I timori di tutti s'erano concretizzati pochi giorni dopo, quando, al largo di Sharks Bay, era stata ripescato il corpo, che presentava i segni di colpi inferti con un corpo contundente alla nuca e a uno zigomo, ma anche dei morsi di pescecani.

© RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano

Il caso

Chico Forti lascia il carcere a Miami, rientro in Italia più vicino: "Per me comincia la rinascita"

Da ieri il 65enne trentino, condannato all’ergastolo per omicidio, è trattenuto dall'Immigrazione Usa: nelle scorse ore firmato l’accordo per scontare la pena in Italia. Lo zio Gianni: "Speriamo in tempi brevi"

LA PROCEDURA. La sentenza Usa sarà trasmessa alla Corte d'Appello di Trento
IL RIMPATRIO. Il ministro Nordio: «Chico Forti, lavoriamo per il suo ritorno in Italia il prima possibile»
IL PRECEDENTE Nordio: "Gli Usa non dimenticano il caso Baraldini"
COMPLEANNO Chico Forti, 64 anni festeggiati in carcere: "Grazie a chi mi è vicino" 
IL FRATELLO DELLA VITTIMA Bradley Pike: "E' innocente"

CASO IN TV La storia di Chico in onda negli Usa sulla Cbs