«Ss 47, il nostro Piano favorisce i veneti»

I sindaci della Valsugana contro la Provincia: «Il Pup indica la statale come direttrice d’accesso che va potenziata»


di Marika Caumo


VALSUGANA. Hanno seguito con attenzione i sindaci valsuganotti i question time promossi da Rodolfo Borga e Diego Mosna sulla Nuova Valsugana. E soprattutto le risposte dell'assessore Gilmozzi. Qualcuno è anche sceso a Trento per assistervi.

«L'assessore alla fine dice quello che diciamo noi sindaci e ci fa piacere, ma ciò contrasta con la progettualità provinciale, e l'aspetto non è indifferente», spiega il rappresentante dei 21 sindaci Attilio Iseppi, primo cittadino di Novaledo. Il riferimento è al Pup, il piano urbanistico provinciale, nel quale è ben evidente la linea gialla che identifica la Statale 47 come direttrice da potenziare, via d'accesso preferenziale al Trentino. «Chiaro che sulla scorta di questo il Cipe, quando dovrà pronunciarsi vedrà che la Regione Veneto vuole arrivare fino a Primolano e dall'altra parte, piano urbanistico alla mano, non trova contraddizioni da parte del Trentino», aggiunge Iseppi, invitando a mettere mano al Pup. Ed interviene anche sulla questione Valdastico. «La Provincia dice che la Valdastico non c'entra con la Valsugana. Ma da semplice cittadino dico che se il Veneto ha bisogno di sfogare il traffico attraverso il Brennero, o lo fa per la Valsugana o per la Valdastico». In tal senso i sindaci della valle sono concordi nel ritenere che la soluzione migliore, su cui contrattare con la vicina regione, sia la seconda, anche perché la Valsugana da 40 anni sopporta già una gran mole di traffico di attraversamento. «Ci sono studi che dicono una cosa, altri l'esatto contrario. Io non sono un urbanista, ma non si può dire no a tutto, da qualche parte i veneti dovranno passare. Bisogna contrattare e da qualche parte cedere: ci dicano se sarà la Valdastico o la Valsugana», prosegue Iseppi. E in merito alla volontà di puntare sulla rotaia, scaricando il traffico sulla ferrovia, aggiunge: «Bene, ma ci sono le potenzialità per farlo? Ai veneti dobbiamo portare un’alternativa ai nostri no, bisogna dar loro risposta. Nei nostri e nei loro interessi».

Più duro il sindaco di Grigno, Leopoldo Fogarotto. «Bene le parole ma i fatti dove sono? Capisco che la questione è delicata e complicata però ora, con tutto rispetto, ci dicano cosa vogliono fare, senza girare intorno alle parole. Il tempo dei ragionamenti è passato. Sono 3 anni che parliamo di concertare, nel frattempo gli altri (i veneti, ndr), vanno avanti». E ricorda che le aspettative non sono solo della Bassa Valsugana, ma anche di Levico, Pergine e Trento. «Il traffico passerà per i laghi e si bloccherà alla galleria dei Crozi», butta lì. «Oltre a dire no a questo e no a quello, da Trento ci devono dimostrare con i fatti in che modo intendono mettere in opera questo no. Anche perché noi partiamo svantaggiati: la Nuova Valsugana è tutta sul loro territorio, al contrario della Valdastico, che arriva in Trentino. E sul loro territorio possono fare ciò che vogliono», conclude.

Si attende ora l'ordine del giorno dei consiglieri Avanzo, Zeni e Passamani.













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