Spinelli diserta la mostra delle Acli sul Mali

trento. «Sì dice tanto di "aiutarli a casa loro" e poi si boicotta la cooperazione internazionale. Ma le Acli vanno avanti nei progetti solidali, troveremo le risorse in altro modo». Il presidente...


Fabio Peterlongo


trento. «Sì dice tanto di "aiutarli a casa loro" e poi si boicotta la cooperazione internazionale. Ma le Acli vanno avanti nei progetti solidali, troveremo le risorse in altro modo». Il presidente Acli trentine Luca Oliver esprime amarezza per la decisione della giunta provinciale di tagliare i fondi per la cooperazione internazionale nel corso della presentazione della rassegna "Cooperare in Mali con il popolo della Falesia", svoltasi ieri nella sede del Centro per la cooperazione internazionale, oggetto a sua volta della scure della giunta Fugatti. La rassegna parte oggi con eventi settimanali fino al 7 novembre.

Tra questi, la mostra di manufatti della popolazione Dogon, di cui è proprietario il fotografo trentino Umberto Knycz.

A rendere manifesta la rottura con la Provincia è stata l'assenza dell'assessore provinciale Achille Spinelli durante la presentazione: era stato programmato un suo intervento, ma l'assessore non si è presentato. Gli organizzatori riferiscono di avergli inviato per tempo il canonico invito, a cui Spinelli non avrebbe risposto. Un gesto a cui il vicepresidente Acli trentine Walter Nicoletti risponde con fermezza: «Occorre una rivolta culturale verso questa politica. Non è accettabile che si solletichi il semplicismo dell' "uomo della strada". La realtà è complessa e la politica deve saperla gestire». A sostenere la rassegna resta il Comune di Trento, con l'assessore Corrado Bungaro, che ha mosso critiche alla Provincia: «Nel mondo globalizzato il tema delle relazioni internazionali è essenziale. Non si può tornare all'epoca del feudalesimo, con vassalli, valvassini e valvassori». Bungaro ha ammesso le difficoltà del Comune a farsi carico in toto del sostegno istituzionale: «La Provincia ha capacità finanziarie molto più grandi delle nostre e la mancanza dei fondi provinciali si sente. Ma il Comune fa quello che può».

«Abbiamo costruito una scuola a Yassing che ora è adibita prevalentemente a campo profughi, abbiamo assicurato un progetto di rifornimento alimentare nelle zone colpite dalla guerra con l'Isis e abbiamo ristrutturato l' "hotel della pace" a Sevaré dove risiedono insieme sfollati e "turisti"». Oliver ha elencato gli interventi di Ipsia-Acli nel Mali, teatro di un conflitto sanguinoso e che ospita attualmente due missioni internazionali di pace, una dell'Unione Africana con mandato Onu e una promossa dall'Unione Europea che ha l'obiettivo di formare il personale di polizia. La scuola di Yassing è stata costruita nel 2010 con manodopera locale ed è stata frequentata da 200 bambini. Dopo la crisi del 2013 la scuola è diventata una sorta di campo profughi che ospita 260 famiglie. Ma le scorte di cibo garantite finora da Acli e Provincia dureranno ancora solo un mese.













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