emergenza casa

Sfratti Itea, stop di un anno ma non per quelli in corso

La mediazione nell'assestamento di bilancio: la soglia Icef passa da 0,34 a 0,40. Zanella: "Situazione insostenibile, serve di più"


Ilaria Puccini


TRENTO. «Il blocco degli sfratti a fine 2024 per gli inquilini Itea è già un buon primo passo, un risultato che non è stato facile da ottenere. Ciò non toglie che adesso bisogna prendere in mano i regolamenti sull'edilizia pubblica provinciale e investire più risorse per fronteggiare l'emergenza abitativa. E poi va rivisto il rapporto tra affitti brevi a uso turistico e quelli residenziali». Commenta così il consigliere provinciale Paolo Zanella l'accordo raggiunto giovedì sera 27 luglio durante il lungo confronto che ha portato all'approvazione finale dell'assestamento di bilancio, la manovra finanziaria provinciale da oltre 400 milioni di euro.

I contenuti della misura

La misura introduce il congelamento degli sfratti non ancora avviati da Itea per gli inquilini il cui Indicatore della Condizione Economica Familiare (Icef) superi il valore di 0,34, il massimo previsto per il rinnovo del contratto d’affitto; tale soglia sarà portata a 0,40. Inoltre, il termine della durata del periodo di assegnazione di un alloggio in emergenza, stabilito in tre anni, sarà prorogato anche per quegli inquilini a cui era già scaduto, anche qualora in precedenza gli fosse già stato rinnovato. Entrambe le misure saranno valide fino al 31 dicembre 2024.

Nessuna sospensione invece per gli sfratti già in corso: per gli inquilini che ne saranno soggetti sarà previsto un contributo integrativo mensile calcolato in base alla propria condizione economica e che secondo quanto riferito da Zanella dovrebbe ammontare fino a un massimo di circa 300 euro. Tale fondo servirà ad aiutare le persone nella ricerca di un alloggio in affitto sul libero mercato.

«Abbiamo cercato di tutelare almeno una parte della fascia più debole, anche se per gli sfratti in corso il blocco non era possibile perché una volta che c’è l’ordinanza del giudice la procedura non si può più fermare. Quanto a chi vive in appartamenti assegnati con il criterio di emergenza, questa proroga non si sarebbe resa necessaria se Itea avesse avesse riqualificato gli alloggi sfitti, permettendo alle graduatorie di sbloccarsi. Queste sono persone che sarebbero finite per strada» attacca Zanella.

L’accordo con Tonina

Zanella ha definito «miracolo» la mediazione che giovedì sera ha portato al ritiro dei quasi seimila emendamenti ostruzionistici che aveva presentato per costringere la maggioranza a un accordo sulla misura. Alla fine, con la mediazione del vicepresidente della Provincia Tonina, la discussione si è sbloccata e il ddl della manovra è stato approvato con 22 voti a favore e 10 contrari. «La misura si somma ai due milioni aggiuntivi ottenuti per il fondo integrativo per gli affitti e all’istituzione di un Comitato provinciale sulla condizione abitativa a dicembre» afferma Zanella.

Un mercato fuori controllo

Ma l’emergenza abitativa non si limita solo all’impossibilità da parte dei più poveri ad accedere all’edilizia a canone agevolato, comprende invece fette sempre più larghe di popolazione. «L’intera legge e i regolamenti provinciali sull’edilizia pubblica vanno rivisti - afferma Zanella - una soglia Icef di 0,34, al netto dell’inflazione, non è più sostenibile. Occorrono investimenti nell’edilizia pubblica, perché il diritto alla casa è costituzionalmente garantito. Serve inoltre una decisa regolata al mercato degli affitti, per regolare il rapporto tra quelli residenziali e quelli brevi turistici».

Da New York a Londra, da Milano a Riva del Garda e a Trento, la disponibilità di spazi per i residenti è infatti sempre più erosa dal mercato degli affitti brevi turistici e in certe località non fa distinzione tra ricchi e poveri: non si trova proprio cosa. Con la venuta meno della possibilità di attirare lavoro, sviluppo, ricerca, innovazione sul territorio.«Si tratta di competenze dello Stato e della Provincia, che devono agire sulla normativa urbanistica per regolare le percentuali limite di affitti per una o l’altra destinazione in base alla situazione dei singoli comuni. Il diritto alla casa dev’essere una priorità e sarà anche oggetto di campagna elettorale, con la presentazione di un piano provinciale per la casa» conclude Zanella.

 













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