Sanità, un milione di visitein 2 anni aumentate del 33%

Il Cup dell’azienda sanitaria nel 2009 ha fissato più di un milione di appuntamenti per visite specialistiche: ogni trentino richiede in media due appuntamenti all’anno. L’assessore Rossi: "Dovremo capire da cosa nasce questa impennata e se sono tutte necessarie"



TRENTO. Il centro unico di prenotazione dell’azienda sanitaria riceve 4200 telefonate al giorno e, nel 2009, ha fissato più di un milione di appuntamenti per visite specialistiche, vale a dire 2770 al giorno considerando domeniche e festivi. Praticamente ogni trentino richiede in media più di due appuntamenti all’anno per farsi fare qualche controllo.

Sono numeri da capogiro, nei quali l’assessore alla sanità Ugo Rossi prima o poi vorrebbe mettere le mani. «Dobbiamo capire se questa mole di richieste di prestazioni specialistiche è effettivamente necessaria, o se è invece invalsa l’abitudine anche non motivata di rivolgersi allo specialista. L’aumento del 33 per cento nel giro di due anni va analizzato a fondo».

Quello che preoccupa non è tanto la capacità del Cup di reggere al bombardamento telefonico (e anzi, va notato che il Cup fornisce una risposta nel giro di 45 secondi), quanto piuttosto quello che succede dopo: aumento di costi, aumento dei tempi d’attesa, insoddisfazione dell’utente finale. Le novità introdotte dal piano dovrebbero se non altro consentire di far rientrare nei parametri minimi anche quei servizi che oggi soffrono di più l’intasamento di richieste.

Ampliare l’orario di vista anche al pomeriggio e al sabato diventa un canale aggiuntivo per smaltire le code. Preoccupa però che l’aumento registrato nelle richieste non sia finito qui. Nel 2007 le prenotazioni al Cup erano state 754.421, l’anno scorso sono invece schizzate a 1.009.010. Un’anomalia temporanea o un trend? Quello che l’assessore Rossi vuole evitare è che, appunto, questa situazione si trasformi in trend.

Un discorso analogo, anche se su piani diversi, è stato fatto per la questione dei ricoveri. Per alleggerire la situazione è previsto nel nuovo piano di passare al ricovero ambulatoriale per alcune tipologie di intervento, ma il tema è comunque delicato. Se ne occupa il piano triennale che introduce una “rivoluzione”: l’agenda informatizzata che su un registro unico evidenzi le liste d’attesa di ciascuna unità operativa. In questo modo si eviteranno sovrapposizioni e allungamenti dell’attesa del paziente, coordinando al meglio le risorse del territorio.

Consultando l’agenda informatizzata, il richiedente potrà così sapere immediatamente quali sono i tempi d’attesa per un determinato intervento in ogni ospedale e a quel punto decidere liberamente se privilegiare la struttura o i tempi. Non è un aspetto di poco conto e l’applicazione richiederà un inevitabile periodo di rodaggio e di “assuefazione”, ma alla fine l’assessore Rossi è convinto che ne beneficerà tutto il sistema e quindi anche l’utente-paziente.

L’ampliamento degli orari di vista fa esultare la Uil che da tempo chiede questa soluzione per ridurre le code. Meno favorevole, invece, il sindacato lo è per i rimborsi nel caso in cui l’Azienda non fornisca il servizio entro i tempi massimi. Secondo Walter Alotti questa potrebbe diventare una scorciatoia per compensare i professionisti privati o per incrementare il “turismo sanitario” verso l’Alto Adige o il Veneto.

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