S. Chiara «a pezzi», ma già spesi 140 milioni 

Tra lavori di ristrutturazione straordinaria, ampliamenti e adeguamenti dei reparti l’ospedale è un pozzo senza fondo


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. Di questi tempi i politici trentini avrebbero dovuto farsi belli tagliando il nastro del Not, il nuovo ospedale del Trentino in via al Desert. Infatti, la gara d’appalto era stata indetta nel 2011 e si prevedeva che i lavori, del valore di 300 milioni di euro, sarebbero finiti entro l’autunno del 2018. Come è andata lo abbiamo visto: tra ricorsi al Tar, gare annullate e poi riesumate dal Consiglio di Stato, spostamenti nella zona di San Vincenzo a Mattarello e poi pronti dietrofront a causa delle resistenze del Comune sono passati sette anni e non un solo mattone è stato messo. Anzi sono stati spesi milioni su milioni, tra carte bollate e approntamento delle aree, compresa quella di Mattarello che prima doveva ospitare le caserme, poi il Not e ora chissà cosa, visto che la Provincia ha anche provato a restituirla ai privati cui l’aveva espropriata a caro prezzo. Del Not al momento si sa solo che lo scorso 1 ottobre il dirigente generale del Dipartimento lavori pubblici ha firmato la determina con cui si riavvia l’iter per la nuova gara. Il bando non c’è ancora. Si sa solo che dovrebbero partecipare le quattro cordate che avevano partecipato alla vecchia gara in project financing che era stata aggiudicata in un primo tempo all’Ati (associazione temporanea di imprese) guidata dall’Impregilo. Il Consiglio di Stato ha spiegato che non si poteva cambiare la formula dell’appalto e tornare alla gara tradizionale abbandonando il project financing, anche se Cassa del Trentino ha calcolato che così si spenderebbero 13 milioni in più.

E, nel frattempo, il vecchio, e ormai vetusto, ospedale Santa Chiara cade a pezzi. L’ultimo episodio è proprio dell’altro ieri, quando davanti ai cronisti accorsi per ammirare una nuova tecnica chirurgica per l’ernia inguinale sono saltate le piastrelle del reparto a causa di uno sbalzo termico. Una struttura, quella del Santa Chiara, che ormai è un pozzo senza fondo. A partire dal 2001 sono stati spesi quasi 140 milioni di euro, per la precisione 139.897.339 euro, tra manutenzione straordinaria, ampliamenti di vecchie strutture aggiustamenti vari come la piazzola per l’elicottero e il parcheggio multipiano. A dirlo è il rapporto preliminare stilato dalla Provincia proprio per la prima gara per il Not che aveva calcolato in 127 milioni le spese tra il 2001 e il 2011. A questi si devono aggiungere i 12 milioni e 548 mila euro spesi negli ultimi anni. E non è finita qui. Infatti, l’Azienda sanitaria ha iniziato ad affrontare in estate una spesa molto consistente, tra i 15 e i 20 milioni di euro, per l’adeguamento dell’impianto antincendio di tutto il Santa Chiara. Ci vorranno 2 anni per completare tutti i reparti e i soldi scorreranno a fiumi. Nel frattempo sono state adeguate anche alcune strutture, come neurochirurgia e pediatria, ma la struttura resta vecchia ed è come vuotare il mare con uno scolapasta. Nel capoluogo di una provincia autonoma pare inconcepibile avere un ospedale con stanze con quattro letti e, spesso, senza servizi igienici in camera. Per questo il Not arriverà sempre troppo tardi. E ci vorranno, bene che vada, almeno altri cinque o sei anni, e sempre che non ci siano ricorsi e battaglie legali.













Scuola & Ricerca

In primo piano