Rovereto, quasi un milione in più dalle tasse e dalle multe

Va tutto in spesa corrente il «tesoretto» del Comune: 900 mila euro. Ma invece di ridurre Tares o Imu vengono distribuiti a pioggia sulla «macchina»



ROVERETO. Il consiglio comunale di questa sera si troverà tra le altre cose ad approvare una variazione di bilancio. Dovuta alla «necessità» di adeguare le entrate correnti: in cassa il Comune si trova 886.973 euro in più del previsto. Il grosso viene dalle entrate tributarie: 750 mila euro in più rispetto alle previsioni, calcolati ora in base alle entrate del primo semestre e all’accertato definitivo Imup del 2012. Inoltre le multe (codice della strada) hanno reso 70 mila euro più del preventivato e 50 mila euro in più sono arrivati dai servizi in concessione. Non è uno scandalo, visto che è prassi impostare il bilancio su stime prudenziali di quanto si incasserà. Prassi anche condivisibile: a distribuire risorse in eccedenza si fa presto mentre a recuperarne se ne dovessero mancare si pena molto di più. Forse si potrebbe eccepire qualcosa su quei 70 mila euro di multe in più (ricordando i casi forse non discutibili ma certamente discussi balzati agli onori della cronaca) ma non è questo il punto. Che, segnala giustamente il consigliere Francesco Cimmino, è capire cosa si fa di questo «regalo». Perché diventa indice chiaro di come si imposta l’amministrazione di una città. E secondo Cimmino, l’uso di questi soldi da parte della amministrazione Miorandi è fortemente discutibile, specie se confrontato con quello che si sarebbe potuto sperare in questa fase: un taglio corrispondente delle tasse comunali. O lineare, limando le aliquote di tutti, o mirato. Per esempio esentando dalla Tares quelle categorie che più ne soffrono, come gli anziani o le giovani coppie costretti all’uso di pannoloni e pannolini.

Nello specifico, il grosso del «tesoretto» va invece in maggiori spese per utenze e teleriscaldamento. Pesano per 537 mila euro. Possibile che fossero state così sottostimate, chiosa Cimmino? Ma non male anche i 60 mila euro in più di spese di personale, da parte di una amministrazione che dichiara di volerle ridurre del 12 per cento. E i 35 mila euro per incarichi professionali (ma non si dovevano tagliare le consulenze?), i 15 mila per spese legali, i 47 mila su «tematiche ambientali». Ci sono anche 5000 euro per la cura delle colonie di gatti randagi. E via almanaccando.

Il principio è che a fronte di un maggior incasso di quasi 900 mila euro, si aumentano le spese correnti di altrettanto. E questo mentre si ragiona di spending revew pianificando la riduzione proprio della spesa corrente. Cimmino, come è legittimo, la butta in politica. Più tasse, più spesa pubblica, più consenso: la logica del centrosinistra. Ma anche da laici, pare legittimo essere un po’ disorientati.(l.m)

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