Rovereto: neonato di 11 giorni strappato alla morte

Raphael aveva una grave infezione: «Quando siamo arrivati in ospedale non respirava»


Mara Deimichei


TRENTO. Raphael oggi ha un mese e quattro giorni e pesa più di cinque chili. È un bambino sano che sta studiando il mondo con i suoi occhioni ma è anche un bambino che poco più di 20 giorni fa ha rischiato, veramente, di morire per un'infezione respiratoria. A salvarlo la testardaggine dei suoi genitori, le telefonate del pediatra e i medici dell'ospedale di Rovereto. A raccontare questa storia con lieto fine sono Erwin e Sandra Cantonati, i genitori di Raphael, che da Villa Rendena, la sera del 14 gennaio, hanno percorso con il cuore in gola i 70 chilometri che li dividevano da Rovereto rimpiangendo la mancanza di un pronto soccorso pediatrico anche a Tione. «Devono devono farlo - spiegano i genitori - perché questi scriccioli sono il nostro futuro e dobbiamo difenderli, curarli». E lanciano un appello ai «potenti» affinché si mobilitino per dare anche alle Giudicarie, al Lomaso, al Bleggio, un reparto d'urgenza per i più piccoli. Un appello che nasce da un'esperienza personale toccante quanto felice. «Si parla sempre male della sanità - spiega Erwin - ma noi vogliamo dare la nostra testimonianza positiva. Il tre gennaio è nato Raphael il nostro quinto figlio. Quindi non siamo genitori alle prime armi ma mia moglie, dopo qualche giorno, ha iniziato a preoccuparsi perché mangiava poco e respirando emetteva uno strano rumore». Vanno dal pediatra due volte e la terza ci ritornano sempre più preoccupati anche perché è venerdì (il 14, il piccolo aveva solo 11 giorni) e dopo le 20 il pediatra termina la sua reperibilità. «Il dottor Antolini in studio a Tione lo ha visitato e ha trovato qualcosa che non lo convinceva - spiega ancora Erwin - ha chiamato neonatologia a Trento ma erano al completo. Anche Rovereto era al completo e si iniziava a pensare ad un viaggio a Verona. Avrà fatto 20 telefonate fino a quando il dottor Peter Bertamini della pediatria di Rovereto ha detto di portare Raphael da lui prima di andare fuori regione». Il viaggio fino in Vallagarina sempre infinito e quando Erwin e Sandra arrivano in reparto, il piccolo non respira più. «Sono arrivati tutti i medici - racconta il padre - il bimbo pesava poco più di tre chili e gli hanno attaccato ossigeno, flebo e quant'altro. Sono stati momenti terrificanti che non auguro a nessuno di vivere. Alle 21 è arrivato anche il dottor Baldo, il primario, che con molta calma e umanità ci ha spiegato la situazione: il nostro bambino era sotto monitoraggio e al primo peggioramento dovevamo esser pronti ad un trasferimento». Dopo una settimana l'infezione respiratoria è stata definitivamente guarita e il neonato è potuto tornare a casa. «Ora la paura è passata ma vogliamo ringraziare tutti i nostri angeli - concludono i genitori - dal dottor Antolini al dottor Bertamini fino al primario Baldo. Hanno dimostrato una professionalità e un'umanità che ci hanno aiutato moltissimo. E hanno salvato il nostro bambino».

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