Rovereto incassa 15 euro di elemosine sequestrate

Sono il frutto di tre interventi della polizia municipale tra aprile e luglio che avevano portato alla confisca del denaro ad altrettanti «illeciti accattoni»



ROVERETO. Quella sulla presenza, a giorni anche ossessiva, di accattoni in città è stata una polemica feroce, che ha impegnato due legislature. Ed ha partorito una «linea dura» che prevedeva la collaborazione tra comune ed associazioni : i mendicanti sarebbero stati da una parte scoraggiati con il controllo da parte della polizia locale, e dall’altro aiutati con l’intervento delle associazioni attive nel mondo del disagio, che avrebbero fornito loro informazioni ed aiuti, per quanto possibile, per uscire dall’emergenza e sbarcare il lunario in modo meno umiliante (e fastidioso) del chiedere la carità.

A che cosa abbia portato la fase costruttiva del «piano accattoni» al momento non è dato saperlo. Gli effetti concreti non sembrano particolarmente significativi, nel senso che oggi come due anni fa nel giorno di mercato non c’è incrocio del centro storico che non sia presidiato da mendicanti «pendolari» mentre le presenze fisse (una quindicina di persone, uomini e donne, queste ultime in minoranza) sono sempre le stesse. Negli incroci più trafficati della zona a traffico limitato, all’uscita dei supermercati di centro e periferie e, da qualche mese, anche di quale pubblico esercizio particolarmente frequentato. C’è da aggiungere che i mendicanti non sono petulanti nè aggressivi, a meno che non si consideri la loro semplice presenza un «ricatto morale» per il passante.

Quello che invece è chiarissimo è cosa la campagna ha fruttato in termini di volgare moneta, alle casse del Comune. Con un determina del 15 novembre, le casse comunali hano «incamerato le somme di denaro oggetto di confisca».

Sono 15,45 euro, frutto di tre «sequestri operati in danno di persone che svolgevano illecita attività di accattonaggio in data 23 aprile, 7 maggio e 2 luglio 2012». In media, 5 euro e 15 centesimi a mendicante colto in castagna. Quando si dice che il crimine non paga, si dovrebbe aggiungere che però chiedere la carità paga anche meno.

Per curiosità, quei 15,45 euro sono stati girati sul capitolo «Altri proventi derivanti da servizi pubblici, da beni dell’ente, da interessi su anticipazioni e crediti, o da utili e partecipazioni». Mescolati nel calderone, impossibile dire cosa finirano per pagare. Volendo essere biecamente populisti, un settimo di gettone di presenza di un consigliere comunale. Volendo essere più di stagione, un undicimillesimo del contributo del Comune al Natale dei Popoli (costi totali nel pezzetto a fianco). Ma una via di uscita per non sentirsi troppo male c’è: immaginare che finiscano nel contributo (generoso, è giusto dirlo) al ricovero notturno per senzatetto. Così almeno il cerchio si chiude. (l.m)













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