Rovereto: i dinosauri «rinascono» grazie al 3D

Con le nuove tecnologie viaggio virtuale dentro la galleria di monte Buso


Michele Stinghen


ROVERETO. La galleria di Monte Buso sul Pasubio sarà presto visitabile in modo virtuale. Le nuove tecnologie, sviluppate dalla Fondazione Bruno Kessler di Trento, permetteranno infatti un viaggio virtuale nel tunnel della Grande Guerra, dove quest'estate sono state scoperte nuove impronte di dinosauri.

Sarà un po' come fosse un videogioco. Ciò sarà possibile grazie al rilievo in 3D fatto dai geologi sul luogo. Questa tecnica, già utilizzata sulle impronte di dinosauri in altri siti, trentini e non, verrà utilizzata l'anno prossimo sulle orme più famose, quelle dei Lavini di Marco, vicino a Rovereto.

La collaborazione tra Museo Tridentino di Scienze Naturali e Fondazione Kessler nacque quasi per caso alcuni anni fa per dei rilievi geotecnici; il geologo Marco Avanzini notò subito che il rilievo 3D poteva rivelarsi utile anche per studiare le orme dei dinosauri.

La tecnologia infatti permette di elaborare dei modelli in tre dimensioni delle impronte, memorizzarle per sempre ed analizzarle con enorme dettaglio (impossibile altrimenti) al computer.

In ottobre i ricercatori del Museo Tridentino di Scienze Naturali, guidati dall'esperto geologo Marco Avanzini, hanno utilizzato proprio questa tecnologia per rilevare l'ultima importante scoperta in questo campo, ovvero le impronte di dilofosauro nella galleria, costruita dai soldati austriaci sotto Monte Buso, sul Pasubio trentino.


Queste ultime orme, di fatto tre calchi, certamente meno "spettacolari" delle impronte sui Lavini, costituiscono però un rinvenimento eccezionale per i geologi. Del tutto inattese, sono una prova che durante il Giurassico inferiore (tra i 200 ed i 160 milioni di anni fa) l'attuale Trentino non era nè sommerso, nè collegato all'Africa, bensì al resto d'Europa.

Ciò potrebbe rivoluzionare le teorie sulla storia geologica d'Italia. Importante quindi studiare queste impronte a fondo. Marco Avanzini (che di quella galleria e delle orme è anche lo scopritore) e colleghi sono tornati sul Pasubio con computer, laser scanner e macchine fotografiche, che hanno permesso loro di acquisire i dettagli delle impronte fino ad un decimo di millimetro di risoluzione.

Con questo grado di dettaglio emergono particolari altrimenti invisibili all'occhio umano. L'impronta può essere studiata in tutti i particolari al Museo, e non solo sul campo. Ma il rilievo 3D è utile al di là dei fini meramente accademici. Apre infatti nuove possibilità per la divulgazione didattica. Partendo dai dati 3D si può creare una sorta di videogioco interattivo, grazie al quale visitare la galleria e osservare le impronte. Sempre grazie alla scansione digitale, si possono riprodurre a grandezza naturale le orme, grazie ad una moderna tecnologia di stampa tridimensionale.

A mettere a punto questa tecnologia sono stati i ricercatori della fondazione Kessler di Trento Fabio Remondino, Stefano Girardi, Giorgio Agugiaro ed Alessandro Rizzi. Sono già state usate per altre orme, in particolare sono state fondamentali per rilevare le impronte di dinosauri trovate sul Finonchio sopra Volano, altrimenti inaccessibili (si trovano a metà parete).

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