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Ristorante Chistè, addio pizza e pesce: ora guarda agli studenti

Trento. «Ormai si lavora bene solo cinque mesi», dice il gestore uscente Carillo. Che punta a dare nuovo slancio ai Sapori Mediterranei in via Sanseverino


di Daniele Peretti


TRENTO. La popolare pizzeria Chistè di via delle Orne chiude e con la nuova gestione sarà un locale del tutto diverso. Non più piatti di pesce e cucina meridionale, ma un'offerta particolarmente appetibile per la clientela universitaria. Dopo quattro anni di gestione, Felice Carillo si arrende, ma proseguirà ancora con maggiore impegno la sua attività di ristorazione ai Sapori Mediterranei di via Sanseverino. Lascia una realtà entrata nel cuore della città, ma che da ottobre non sarà più la stessa.

Alla base la considerazione che un locale deve far guadagnare e quando invece l'ipotesi migliore è quella del pareggio, in realtà è già una perdita: «Purtroppo la ristorazione a Trento è diventata stagionale. Si lavora bene cinque mesi su dodici, poi si vivacchia. Altro che città turistica, qui si vive di periodi e di eventi. In più si devono considerare i costi troppo alti che si hanno in centro ed a quel punto il bilancio non può essere in attivo».

In più altri fattori condizionanti come il tempo, ma anche le partite: « Ad inizio settimana tradizionalmente si lavora poco, il martedi, il mercoledì e talvolta anche il giovedì ci sono le partite e la città si svuota, anche di quegli studenti universitari che oggi sono la maggior fonte di guadagno». Ad accentuare le difficoltà di un locale del centro, ci si mettono anche i parcheggi e così, secondo Carillo, la clientela non può che essere quella turistica, tanto anche le pizze dell'ormai ex Chistè si sono dovuto adeguare ai gusti dei clienti: «Ai Sapori Mediterranei si mangia la pizza napoletana, al Chistè ho dovuto fare quella gradita ai tedeschi ed olandesi: ingredienti diversi, pasta sottile. Un ibrido che però era quello che il cliente gradiva di più».

Fuori dai giochi non solo la tradizione, ma anche i dipendenti, sei in totale, che solo in minima parte sono passati in via Sanseverino, gli altri in mobilità o in attesa della pensione. Felice Carillo non condivide nemmeno la tassa di soggiorno: «Roma vuole più soldi e allora per cercare di mantenere l'acquisito è necessario un nuovo introito. Ecco la tassa di soggiorno a dare una mano, ma è un errore perché il carico fiscale è già troppo».

Intanto i Sapori Mediterranei rilanciano: «Siamo prossimi alla pizza a metro, oppure un menù con piatti mare-terra del tutto nuovo che andrà ad anticipare quello natalizio che proporrà cinque diversi primi ed altrettanti secondi».













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