«Qui si impara attraverso le esperienze»

Tiziana Chemotti è dirigente scolastica a Rovereto, dove da settembre esiste una classe che adotta il percorso Montessori


di Maurizio Zambarda


TRENTO. All'Istituto comprensivo Rovereto est la classe montessoriana c'è da settembre dell'anno scorso ed ora saranno aperte le iscrizioni per una nuova. Con la dirigente Tiziana Chemotti abbiamo cercato di capire in cosa si caratterizza il percorso e come si integra con quello tradizionale. “L’educazione è un processo naturale effettuato dal bambino – inizia Chemotti citando la Montessori - e non è acquisita attraverso l’ascolto di parole, ma attraverso le esperienze del bambino nell’ambiente”.

Dirigente, come si contaminano le due esperienze scolastiche: tradizionale e montessoriana?

“La scuola primaria Regina Elena accoglie in quest'anno scolastico una classe formata da 25 alunni di classe prima che adotta il percorso Montessori. Gli insegnanti che lavorano con questi alunni non sono un'isola nella scuola o una sorta di appendice ma costituiscono un unicum con le altre sezioni di classe prima: quattro compresa questa montessoriana. Fin dalla stesura del Progetto educativo i docenti della classe Montessori e quelli delle altre tre sezioni hanno progettato insieme, hanno condiviso quali attività potessero essere patrimonio comune, hanno assunto una comune valutazione degli apprendimenti. Molti insegnanti delle classi tradizionali stanno frequentando un corso di formazione organizzato dall'Iprase e tenuto da esperti dell'Opera Montessori che ha lo scopo di far conoscere gli elementi che caratterizzano tale metodologia”.

Da dove si inizia per avviare un percorso montessoriano?

“Per realizzare una scuola autenticamente montessoriana si parte dal bambino e dalla fiducia che gli adulti devono riporre in lui e nel suo desiderio di imparare. I bambini della scuola primaria in particolare, si trovano in quello che Montessori definisce “secondo piano di sviluppo” ed hanno “fame di cultura”, vogliono comprendere il mondo e le leggi che lo governano. Il pensiero ispiratore della metodologia montessoriana “Aiutami a fare da solo”, si trasforma e diventa: aiutami a pensare da solo”.

C'è bisogno di aule “speciali”?

“Le aule si compongono generalmente di due spazi comunicanti, organizzati ed allestiti in modo scientifico dagli insegnanti ed in cui i bambini possono muoversi liberamente. Attraverso il lavoro, basato sulla libera scelta, gli alunni costruiscono le proprie competenze cognitive, scientifiche e relazionali, accompagnati da adulti che valorizzano l’autodisciplina, assecondano i bisogni e le attitudini di ognuno, coltivando un clima di libertà. L’aula è organizzata in modo da favorire ed incoraggiare l’attività del bambino che, posto al centro del processo, impara attraverso l’interazione, mediata dall’insegnante, con il materiale. Il maestro e la maestra hanno il compito di organizzare il lavoro, presentare i materiali ed osservare i progressi del bambino.

Che tipo di ambiente si crea?

“L’ambiente scolastico montessoriano è un ambiente di vita in cui tutti, bambini ed insegnanti, sono impegnati nella cura e nel mantenimento dell’ordine. Esso favorisce: la sperimentazione e il lavoro individuale, la lettura e la consultazione di testi con un’essenziale biblioteca di classe, la raccolta, lo studio e la valorizzazione di elementi forniti dalla natura come occasione per la ricerca, tutto comunque è collegate allo sviluppo della mente”.

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