Punto nascite: via libera per Cavalese 

Il comitato nazionale ha accolto la richiesta di deroga, previsti 130 parti all’anno. Riapertura entro poche settimane


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. C’è il via libera del Comitato nazionale del Ministero alla riapertura del Punto nascite di Cavalese e già tutti corrono a prendersi il merito. E forse tutti hanno ragione, visto che il risultato è stato raggiunto grazie allo sforzo sia della Provincia e dell’Azienda sanitaria, e quindi del presidente Ugo Rossi e dell’assessore Luca Zeni, che del Ministero della Salute, e quindi del sottosegretario Maurizio Fugatti, e anche del Comitato «Parto per Fiemme» e dei 5 Stelle che si sono dati da fare. Alla fine, dopo due anni, il punto nascite potrà riaprire grazie a quella che sia Fugatti che Zeni definiscono «una deroga alla deroga». Il Comitato nazionale ha dato il via libera alla riapertura anche se non c’è una sala urgenze dedicata al punto nascite, ma si dovrà usare quella della chirurgia. Per arrivare a questo risultato ci sono volute molte riunioni e l’affinamento di un protocollo secondo il quale le future mamme con gravidanze non fisiologiche, ossia quelle che hanno mostrato qualche problema, dovranno andare a partorire a Trento. Questo vuol dire che dai 180 parti potenziali si potrebbe scendere fino a 130 parti all’anno. Questo in attesa della realizzazione della sala urgenze tutta dedicata al Punto nascite che sarà pronta per la prossima estate.

La decisione del Comitato ministeriale è stata annunciata quasi in contemporanea da Fugatti e dal ministro 5 Stelle Riccardo Fraccaro, entrambi hanno inviato una nota a fine mattinata. Fugatti ha anche aggiunto che non sono previste prescrizioni e che la richiesta di deroga della Provincia è stata accolta in toto: «Il via libera del Comitato è stato dato senza prescrizioni e quindi sulla base del protocollo presentato dalla azienda provinciale trentina».

Il presidente della Provincia Ugo Rossi commenta con ironia: «Cavalese era stato chiuso perché non si trovavano medici per coprire i turni come era stato richiesto da comitato. Poi, trovati i medici, il comitato ha aggiunto altri requisiti prima non richiesti per sala operatoria parto. Ora soddisfatti questi requisiti la Provincia ha chiesto la riapertura che è questa concessa oggi. Tutto qui. Adesso i 5 stelle dicono che è merito loro, la Lega dice merito nostro, ma il comitato è sempre quello. La vera deroga sarebbe quella che permette di tenere aperti punti nascita di montagna anche con requisiti diversi come sempre abbiamo chiesto e mai concesso neanche con un governo nuovo». Sui tempi l’assessore alla Sanità Luca Zeni non si sbilancia e aggiunge che non dipenderanno certo dalle elezioni provinciali: «Non appena avremo la comunicazione ufficiale da parte del Comitato nazionale la passeremo all’Azienda sanitaria che farà tutte le cose che andranno fatte. L’unica cosa che chiediamo è che si riapra quando ci saranno tutte le condizioni per la massima sicurezza». Quello che è certo è che c’è ancora carenza di medici. Domani si terrà la prima prova del concorso per ginecologi ed è stato appena bandito l’ennesimo concorso per pediatri.













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