salute

Punti nascita, Rossi con Borgonovo Re

Il governatore: «Aspettiamo la risposta del ministero. La flessibilità non può travalicare certi limiti»



TRENTO. «Scrivere una mozione è molto facile, la traduzione pratica lo è molto meno». Ugo Rossi, da sempre cauto sulla questione calda dei punti nascita periferici che divide la sua maggioranza, questa volta si schiera con l’assessora alla salute Donata Borgonovo Re: «Ci vuole la consapevolezza che ci sono profili di flessibilità che non possono andare oltre un certo limite».

L’ultima puntata riguarda la mozione presentata nei giorni scorsi dall’Upt e sottoscritta da diversi consiglieri del Patt (Avanzo, Lozzer, Giuliani, Ossanna) e da Giuseppe Detomas (Ual) che per salvare le sale parto degli ospedali di valle (Tione, Arco, Cavalese e Cles), propone di sperimentare «un progetto di ospedale unico a sedi distaccate che grazie a mobilità del personale e flessibilità organizzativa e formativa, possa garantire il parto vicino alle famiglie trentine». Una proposta che secondo i promotori della mozione andrà votata dal consiglio provinciale e poi inviata al ministro della salute Beatrice Lorenzin, la quale ha più volte ribadito che non intende derogare alla soglia minima dei 500 parti all’anno fissata dall’accordo Stato -Regioni del 2010.

La reazione dell’assessora è stata dura: «Si è perso il senso della realtà. Al ministro abbiamo chiesto tutto quello che potevamo chiedere e questo tiro alla fune è molto rischioso. Ai colleghi chiedo di non coltivare ostinazioni». Borgonovo Re ha invocato un chiarimento di maggioranza: «Sicuramente non possiamo andare in aula con due linee diverse. Qui mi sembra ci sia chi vuole rompere un disegno razionale che faticosamente stiamo costruendo».

Quasi scontato che la questione approdi già domani in giunta, dove gli assessori Upt Mauro Gilmozzi e Tiziano Mellarini a dicembre votarono contro la delibera di Borgonovo Re sulla riorganizzazione ospedaliera proprio per dare un segnale contro la chiusura dei punti nascita periferici.

A fine febbraio i governatori Rossi e Kompatscher insieme alle assessore Borgonovo Re e Stocker hanno incontrato il ministro a cui hanno chiesto criteri di ragionevolezza per i punti nascita con numeri molto vicini alla soglia minima. «Con il ministro abbiamo già fatto un ragionamento e formulato dei quesiti», ricorda Rossi. E il messaggio ai promotori della mozione è chiaro: «Prima di fare altre proposte dobbiamo capire se ci sono margini di flessibilità sui numeri. Invito tutti a stare nei canoni di correttezza che ci siamo dati con il ministro».













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