Provinciali, la busta paga è «magra»

I dipendenti trentini guadagnano il 13% in meno rispetto ai cugini bolzanini


Jacopo Tomasi


TRENTO. Spesso etichettati come privilegiati, i dipendenti provinciali trentini si riscoprono normali. Almeno per la busta paga. Lo stipendio medio annuo lordo è di 31.785 euro: in linea con quello dei colleghi delle Province a statuto ordinario, mentre i cugini altoatesini guadagnano il 13% in più, sfiorando i 36.500 euro. Oltre Salorno per i dipendenti pubblici è un'altra vita. A livello economico chi lavora alla Provincia di Bolzano sta decisamente meglio rispetto a chi siede alle scrivanie degli uffici di piazza Dante.

A rivelarlo è una ricerca della Camera di Commercio di Bolzano che ha messo a confronto lo stipendio annuo lordo del 2009 dei dipendenti della pubblica amministrazione. Ne esce una fotografia nitida. Nessuno scandalo, per carità. Che ci fosse una differenza era noto. Quello che colpisce, però, è la "forbice" minima con i dipendenti delle altre Province. Un dipendente pubblico altoatesino guadagna in media 36.500 euro lordi l'anno. Il 13% in più rispetto ad un collega trentino, che si ferma a 31.785 euro. Una cifra non lontana da quanto prendono i dipendenti delle Province ordinarie: 30.334 euro. Su un altro pianeta la Sicilia con una media di 46.454 euro annui. Più vicine ai nostri parametri Valle d'Aosta (32.407) e Friuli Venezia Giulia (31.452). I dipendenti dei Ministeri sono i più "poveri" con 29.807 euro.

La ricerca della Camera di Commercio ha preso in considerazione anche alcuni settori specifici della pubblica amministrazione. La differenza più significativa c'è nella sanità, dove i dipendenti trentini prendono il 23% in meno rispetto ai colleghi dell'Alto Adige. Nella scuola la differenza è minore: un insegnante altoatesino prende 36.300 euro, un trentino 32.184. Non molto di più rispetto alla media della scuola italiana: 29.461 euro. Silvia Bertola, sindacalista Uil, commenta. «È evidente che c'è stato un appiattimento degli stipendi verso la media nazionale. Lo stesso discorso non vale per l'Alto Adige, dove il sistema è diverso. La differenza - spiega Bertola - non è tanto sugli stipendi iniziali, bensì sul lungo periodo. Da noi, infatti, gli scatti biennali di anzianità sono fermi dal 1992, in Alto Adige questo riconoscimento è rimasto e fa la differenza». Ora, in Italia, è tutto bloccato. L'ultimo aumento risale al 2009. Altro che privilegi dunque. «Rispetto a molti settori del privato», conclude Bertola «siamo sotto». «Il problema va affrontato perché gli stipendi dei dipendenti pubblici trentini, oltre ad essere fermi, sono risicati».













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