il caso

"Prof licenziata perché lesbica? Se vero, un fatto gravissimo"

Dura presa di posizione dell'assessora Ferrari: "Il sistema scolastico deve garantire i diritti di tutti"



TRENTO. «Le dichiarazioni dell'insegnante del Sacro Cuore riportate dalla stampa, secondo le quali non le sarebbe stato concesso il rinnovo del contratto per colpa del proprio orientamento sessuale meritano una riflessione. Ricordo che l'ordinamento italiano vieta licenziamenti discriminatori basati sull'orientamento sessuale del lavoratore. Anche se un mancato rinnovo non è un 'licenziamentò il principio è il medesimo».

Ad affermarlo, a proposito della denuncia di un caso del genere all'Istituto Sacro Cuore di Trento da parte dei Comitati Tsipras, è l'assessore trentino alle Pari opportunità, Sara Ferrari. Un caso che ha visto invece i vertici dell'Istituto motivare con questioni economiche il mancato rinnovo contrattuale. «Se il mancato rinnovo, come sostenuto dall'insegnate - prosegue Ferrari - fosse basato su un orientamento che attiene a una sfera 'personalissimà la cosa sarebbe grave. Nessuna scuola, anche se paritaria, in quanto integrata a pieno titolo nel sistema formativo provinciale e che offre un servizio pubblico, può selezionare i docenti per le proprie scelte di vita quando questi esprimano professionalità e correttezza nell'esercizio delle proprie funzioni.

È importante che le dichiarazioni della superiora dell'Istituto giustifichino l'accaduto esclusivamente per motivi di riduzione di organico e che, di conseguenza, la posizione dell'insegnante non venga sostituita con l'assegnazione a un nuovo docente». «Il sistema scolastico trentino, che eccelle per il livello qualitativo - conclude l'assessore - deve garantire anche il rispetto dei diritti fondamentali delle persone che ne fanno parte».













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