il caso

Prima vendono il palazzo, poi lo prendono in affitto

Gli “affari” della Provincia: via la Cassa malati. Poi il contrordine: «Ci serve». E’ tra gli immobili più cari della città: 854 mila euro all’anno e crollano i soffitti


di Andrea Selva


TRENTO. Chi venderebbe la propria casa per prenderla in affitto? Ecco alcune risposte possibili: un proprietario che ha disperato bisogno di liquidità, uno sprovveduto che vive alla giornata, un soggetto che - per le ragioni più varie - intende favorire il prossimo oppure la Provincia autonoma di Trento, che infatti - alla Cassa malati di piazza Venezia - ha fatto proprio questo.

Era il 2005 quando l’Azienda provinciale per i servizi sanitari (che come è noto è finanziata quasi integralmente dalla Provincia autonoma) vendeva Palazzo Verdi, sede storica (e bellissima) della Cassa malati. L’immobile (costruito a inizio Novecento e valutato 10 milioni di euro) fu oggetto di una discussa permuta nell’ambito dell’acquisto della cittadella sanitaria del Big Center, proprio quella che (notizia dell’altro giorno) perde incredibilmente i pezzi tra via Degasperi e viale Verona.

L’acquirente - l’impresa Edilbeton, costruttrice del nuovo centro direzionale - disse che aveva accettato la permuta a malincuore (portandosi comunque a casa altri 28 milioni di euro, per un totale di 38 milioni) perché sull’immobile c’era un vincolo urbanistico: poteva ospitare solo servizi sanitari.

Ma i vincoli sono fatti per essere cancellati, almeno temporaneamente. E così fece il Comune di Trento tanto che dopo un anno l’Università (che è come è noto è finanziata dalla Provincia autonoma di Trento) decise che aveva bisogno di quel palazzo per trasferirci Sociologia durante il restauro della sede storica. E poi ancora l’Università decise - nel 2009 - di prolungare il contratto per ospitare Lettere durante i lavori alla nuova sede. Finché - nel 2014 - è stata direttamente la Provincia ad affittare quel palazzo di cui aveva un gran bisogno (e chissà mai perché l’aveva venduto) per trasferirci alcuni propri uffici. Insomma, a ben guardare, quell’edificio “inutile” è stato dalla Provincia alquanto utilizzato. Soprattutto dopo averlo venduto.

Il prezzo è scritto nel contratto firmato il 1° marzo 2014 dalla Provincia e dalla società Idea Fimit di Roma, cioè un fondo immobiliare di proprietà del gruppo De Agostini che ha acquistato l’immobile da Edilbeton, che comunque è presente nel fondo: sono 854 mila euro all’anno, cioè il canone d’affitto più alto tra quelli pagati dalla Provincia per i propri immobili, dopo quello dell’Istituto Vittoria a Trento nord.

Uno guarda quel palazzo e dice: almeno saranno soldi spesi bene dalla Provincia autonoma che amministra come si deve i nostri soldi. Poi sale all’ultimo piano e trova una fettuccia bianca e rossa che ti avvisa di non passare là in mezzo perché cade il controsoffitto. E alla porta d’ingresso un cartello ti avvisa che - a causa delle barriere architettoniche - i passeggini devono entrare dal retro: un avviso alquanto singolare per un palazzo che ospita l’Agenzia della famiglia.

Consoliamoci: abbiamo venduto la Cassa malati per acquistare gli uffici del Big center, proprio quelli che perdono i pezzi e per sostituire (tutte!) le facciate servirà più di un milione di euro. Ma l’impresa costruttrice (Edilbeton) naviga in cattive acque. Chi pagherà? Risposta esatta: saranno soldi pubblici anche questi.













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