Polo culturale all’ex oratorio San Giuseppe

Pieve di Ledro, definita la destinazione dell’edificio: «Musica, mostre e sala di rappresentanza»



LEDRO. E’ stato destinato agli eventi ufficiali del Comune ed a polo culturale lo storico ex Oratorio di San Giuseppe situato nel centro abitato di Pieve. L’utilizzo avviene a conclusione del recente restauro conservativo ed artistico sapientemente curato dall’architetto Cinzia D’Agostino della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Archeologici della Provincia. «Tra le destinazioni più importanti di questa testimonianza antica sede civile dell’intera valle, il «bancum juris», dove si amministrava la giustizia, ci sarà nella ex chiesetta al piano terra la celebrazione dei matrimoni civili – rammenta l’assessore Giuliano Pellegrini, che quand’era sindaco del paese (prima di presiedere l’Unione di Valle), era stato uno degli artefici del rinnovo dell’edificio - Inoltre il Comune la usufruirà da sala di rappresentanza in caso di visite ufficiali. Rammento l’incontro con la signora Dagmar Havel, consorte del compianto ex presidente della repubblica ceca Vaclav Havel. Da giugno a settembre saranno organizzate manifestazioni musicali, oltre all’allestimento di mostre ed altre iniziative culturali. Per la prossima estate sono già programmate varie mostre, tra cui ad agosto quella itinerante “Svata Hora - luogo oltre ogni frontiera (il più importante santuario mariano ceco)”  che ora è in Germania. Ai piani superiori dell’ex Oratorio è situata la sede del Circolo fotoamatori della Valle di Ledro e parte del secondo piano è occupata dalla Pro Loco di Pieve».

In passato l’ex Oratorio apparteneva al Comun Generale della Res Publica Leudri, L’antica origine comunitaria è suffragata dalla appartenenza catastale alle tredici municipalità valligiane di un tempo, compresa Pregasina, allora ledrense. In seguito una parte dell’edificio venne destinato a congregazioni religione e poi ad uso sociale (municipio, scuola). La confraternita dei Disciplini o degli Agonizzanti ebbe la sede dal 1714 al 1810, anno in cui l’ordine religioso venne soppresso dal governo viennese.

Il progetto di restauro venne affidato allo studio di architettura Piccoli (l’architetto Giancarlo e architetto Mariangela Montagni) che consentì l’indispensabile consolidamento statico del tempio e di eliminare le “incongruenze” architettoniche realizzate dal XVIII° secolo in poi. Il restauro maggiormente interessante ha riguardato l’architettonica curata con professionalità dall’architetto Cinzia D’Agostino. Tra essi il pregevole altare seicentesco di scuola castionense attribuibile ai fratelli Sartori di Castione di Brentonico con gli annessi ornamenti laterali, ed il parapendio in marmo e le raffinate sculture ornamentali. Quindi il ripristino delle due statue lignee raffiguranti San Sebastiano e San Rocco dello scultore Stefano Turrini (Turini, De Turis) e risalenti alla prima metà del XIV° secolo. (a.cad.)













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