Pergine: fa troppo rumore, Vetri Speciali sequestrata

La fabbrica al Cirè non si ferma ma la Procura vigila con un "supervisore"


Roberto Gerola


PERGINE. Sequestrato lo stabilimento "Vetri Speciali" di Ciré a Pergine: troppo rumoroso. La "chiusura" è avvenuta su ordine della Procura di Trento dopo gli accertamenti dell'Agenzia provinciale per la tutela dell'ambiente. In maggio c'era stato un esposto da parte di un gruppo di abitanti della frazione perginese a seguito del quale la Provincia aveva disposto una serie di indagini.
Ieri la decisione della Procura: troppo rumore e i parametri consentiti sono superati. Da dire subito che lo stabilimento "Vetri Speciali" prosegue nella propria attività e gli oltre cento dipendenti non sono in strada. Almeno su questo fronte, non ci sono preoccupazioni, per il momento. La Procura ha nominato il proprio "supervisore" che terrà monitorata la produzione e l'attività soprattutto della fonderia. È proprio a questo settore che vengono imputati i rumori. Da quanto si è potuto apprendere, per l'ottimizzazione del funzionamento dei nuovi impianti della fonderia allestiti nella scorsa primavera occorre che i finestroni restino aperti. Da lì i rumori che causano particolari disagi agli abitanti. La frazione perginese ha registrato in questi ultimi anni un notevole incremento edilizio e le lamentele si susseguono non solo per i rumori ma anche per le polveri. Quest'ultimo problema è stato risolto con l'installazione di nuovi filtri. Ma era il rumore a costituire la maggior preoccupazione degli abitanti. E rappresenta la seconda "tegola" per lo storico stabilimento (era stato realizzato dall'imprenditore perginese Giuseppe Stelzer una quarantina di anni fa).
L'anno scorso (in luglio) c'era stata un'esplosione all'interno della fonderia, fortunatamente senza gravi conseguenze per gli operai che vi lavoravano. La fabbrica era rimasta chiusa, sotto sequestro per le indagini della magistratura, che voleva chiarire se lo scoppio era da imputare al caso o a qualche responsabilità dell'azienda. Era stato accertato che il caso era la causa dell'incidente, anche se per mesi con gli operai erano stati a rischio anche di cassa integrazione. L'azienda aveva poi colto l'occasione per ammodernare la fonderia (e l'emissione di fumi) con un investimento di circa 8 milioni di euro e in maggio aveva riaperto i battenti. Sempre in maggio, la vicenda dei rumori era approdata anche in sede comunale.
Nel corso di una riunione pubblica al Ciré, alcuni residenti avevano esposto la situazione, poi approdata in Provincia.













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