Pensioni d’oro, anche Tonelli non ci sta: «Pronto a rinunciare»

«Quei soldi ai disoccupati». Come Passerini non ritirerà le sue quote del Fondo family: sono 255 mila euro Già lo scorso agosto aveva saputo dal Consiglio regionale delle maxiliquidazioni



TRENTO. Chissà che non possa trattarsi dell’inizio di una slavina. Trattandosi di soldi e delle proprie tasche certo non c’è da giurarci, ma il segnale è stato lanciato: tutto sta ora nel verificare quanti prenderanno esempio. Da Vincenzo Passerini, il primo nei giorni scorsi ad annunciare l’intenzione di fare a meno della maxiliquidazione fino al 2018 congelata nel Fondo family di Pensplan (nel suo caso 115 mila euro) e ora anche da Paolo Tonelli. Per lui, una rinuncia ancora più “pesante”: stando alle tabelle distribuite nei giorni scorsi dal presidente del Consiglio regionale Diego Moltrer, si tratta infatti di 255 mila euro. E d’altra parte Tonelli è un ex consigliere di lontani trascorsi, quando i privilegi erano ancora più smaccati. Classe 1949, venne eletto a neppure trent’anni nel 1978 per Democrazia proletaria: confermato cinque anni dopo, spuntò la terza elezione nel 1988 (con i colori di Solidarietà), decidendo però di dimettersi un anno prima della fine della legislatura, lasciando posto nel 1992 a Roberto Pinter. Quattordici anni in consiglio dunque, che a Tonelli (che solo fra tre mesi compirà i 65 anni) esattamente dal 2000, al 51esimo compleanno, hanno fruttato un vitalizio mensile di 4.800 euro netti. Fino a poche settimane fa, quando per effetto della riforma entrata in vigore con il 2014 è passato a 2.905. Con in più, però, la prima tranche del pregresso previdenziale “attualizzato”: la bella cifra di 176.291,82 euro, già accreditata sul suo conto corrente. Rimane appunto il resto, i 255 mila euro del Fondo family. A cui Tonelli, che ora lavora alla Federazione trentina della Cooperazione nello staff del presidente Diego Schelfi, ora intende rinunciare. Attenzione però: non perché considera illegittimo il ricevere tale cifra, ma perché «è in totale contrasto con la situazione generale del Paese e del Trentino».

Non sa ancora bene, Tonelli, come agire da un punto di vista procedurale: «Non conosco i passaggi tecnici». Domani scriverà comunque a Moltrer per chiedere come si possa fare, ai sensi di legge, per lasciare quella somma in futuro per sempre a disposizione del Fondo family di Pensplan o dello stesso Consiglio regionale. Una rinuncia dunque definitiva: a partire dal 2018 per tutti i consiglieri sarà infatti possibile accedere alle proprie quote del Fondo (in quattro tranche annuali del 25% l’una), ma Tonelli non intende farlo. «Non posso credere che sia impossibile - afferma - e spero che si riesce a far transitare qui 255 mila euro su un Fondo specifico per famiglie in difficoltà e disoccupati». E non si spinge a sperare che altri ex consiglieri seguano il suo esempio: «Io sono io, con i miei pregi e le mie debolezze: non mi ritengo né migliore né peggiore di altri. Ma davanti a determinate situazioni, ragiono come credo farebbero tutti. Poi però ognuno si comporta come crede». E che ne pensa Tonelli della riforma e dei suoi effetti? «Quando mi hanno detto che avrebbe fatto diminuire l’ammontare dei vitalizi, a livelli più consoni a quelli di persone normali, mi sono detto d’accordo». Infine: quando ha saputo delle cifre che gli sarebbero state liquidate? «Dal Consiglio regionale ho ricevuto una comunicazione lo scorso agosto». Sì, avete capito bene: lo scorso agosto. E come lui presumibilmente l’hanno ricevuta anche gli altri 130 e rotti ex consiglieri. Ma da allora nessuno di loro ha aperto bocca. ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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