Parlamento, spunta l’ipotesi Dellai

L’ex governatore trentino in pole position per la presidenza della Camera: una candidatura per superare l’impasse dopo una giornata di fumate nere



TRENTO. Lorenzo Dellai potrebbe diventare, un po’ a sorpresa, il nuovo presidente della Camera. Sarebbe infatti il suo nome quello in grado di superare l’impasse in Parlamento dopo una giornata ad alta tensione, tra schede bianche e “grillini” inamovibili. La situazione è in continuo divenire, ma nelle ultime ore l’ipotesi Dellai prende sempre più quota.

Fino a quel momento, a dominare la scena sono stati loro, i grillini. Quattrocentocinquanta schede bianche anche per la seconda votazione del presidente della Camera mentre i voti per Roberto Fico, candidato del Movimento 5 Stelle, sono stati 110 e nella prima votazione erano 108. I deputati del Pd, che hanno l’indicazione del segretario, Pier Luigi Bersani, di votare scheda bianca fino alla terza votazione, non sembrano tutti d’accordo sulla linea del leader.

Un centinaio di deputati del Pd, tra le varie correnti di renziani e fioroniani, secondo quanto si apprende, starebbero convergendo sul nome di Lorenzo Dellai, neo eletto, proprio per il suo ruolo di “pontiere” tra Pd e montiani, area con cui il Pd cerca una sponda.

È solo l’inizio della XVII legislatura e non si riesce a trovare un accordo neanche per le presidenze dei due rami del Parlamento. Il Pd sta facendo continue riunioni per decidere la linea da seguire.

Insomma, tutto come previsto: tre scrutini a vuoto ed inizia la XVII Legislatura, la più incerta della storia repubblicana. Inizio a Palazzo Madama: 313 senatori votano, 246 sono le schede bianche. Tutti lontano da quota 161, il minimo sindacale per l’elezione. Il grillino Orellana ottiene 52 voti, Sibilia 4, Mussolini 3, Compagna 2, Colombo 1. Uno persino Scilipoti. Poco più tardi la scena si ripete una prima volta a Montecitorio: Roberto Fico, grillino, raggranella 108 voti (tutti quelli del Movimento 5 Stelle meno il suo, pare), Marantelli 6 voti. Soprattutto Sono state 459 le schede bianche e 24 quelle nulle. Votazione ripetuta nel primo pomeriggio, con analoghi risultati: Fico 110 voti, ma le bianche sono 450. Tutto ancora in alto mare, insomma, e apre difficile che lumi possano giungere dalle prossime votazioni.

La giornata ha anche segnato l’esordio ufficiale dei grillini nei palazzi della politica. Qualche cravatta in più del previsto (o del temuto), e diversi completi color antracite molto ufficiali. Mancano due leader. Il primo è Silvio Berlusconi, «non ancora al top» come dicono i suoi, rimasto in quel di Milano. Il secondo - ma questa non è una notizia - Beppe Grillo, che non perde l’occasione per manifestare la sua accondiscendenza verso la stampa tedesca. Oggi è il turno della televisione Ard. «La parola “governare” mi inquieta», puntualizza a scanso di futuri equivoci, «essere governati da cosa o da chi? Preferisco essere guidato dalle idee e non dalle persone. Sono i cittadini a decidere se si deve costruire un’autostrada o una bicicletta. Ci consideriamo come funzionari che siedono in Parlamento grazie ai cittadini». Dal Transatlantico riprende il concetto la capogruppo designata Roberta Lombardi. Qualcuno le chiede se il suo movimento sarebbe pronto a tornare alle urne, pur di non votare la fiducia al governo che dovrà nascere nelle prossime settimane. Risposta lapidaria: «Noi siamo sempre pronti a tutto».













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