Nuovo blitz della Finanza in Regione

Le Fiamme Gialle hanno portato via tutti i documenti sul caso delle maxi-pensioni: acquisita la consulenza Tappeiner



TRENTO. A soli due giorni di distanza dal blitz di lunedì, ieri mattina la Guardia di Finanza è tornata negli uffici del consiglio regionale nell’ambito dell’inchiesta della procura sulla vicenda dei vitalizi d’oro. E questa volta gli uomini del nucleo di polizia tributaria sono rimasti quasi tre ore nella sede di Piazza Dante, da dove sono usciti portando con sè documenti, verbali e l’ormai famosa consulenza Tappeiner i cui criteri utilizzati per calcolare l’anticipazione dei vitalizi rappresentano oggi la pietra dello scandalo.

Sull’operazione la Finanza, guidata dal comandante provinciale Fabrizio Nieddu, mantiene il massimo riserbo. L’inchiesta per ora è senza indagati, il reato ipotizzato è abuso d’ufficio. È già stato sentito Markus Obermair, il direttore di Pensplan (la società che gestisce il Fondo Family, dove sono congelati 31 milioni di euro che dovrebbero entrare nella disponibilità degli ex consiglieri a partire dal 2018), il quale ha spiegato che la consulenza sull’attualizzazione dei vitalizi è stata redatta dal presidente di Pensplan Gottfried Tappeiner (che si è dimesso lo scorso 22 marzo) ma in qualità di professore universitario a Innsbruck, ateneo al quale l’allora ufficio di presidenza affidò l’incarico.

Nel blitz di lunedì le Fiamme Gialle avevano acquisito proprio i nomi dei componenti dell’Ufficio di presidenza, quello attuale e quello che nel 2012 gestì i passaggi oggi più contestati della legge 6, a partire dall’«attualizzazione» dei vitalizi agli ex consiglieri che si è concretizzata nelle liquidazioni d’oro oggetto dello scandalo di queste settimane.

Ieri i finanzieri sono invece rimasti per ore negli uffici di Piazza Dante, il tempo necessario per acquisire verbali e documenti, tutto ciò che ha riguardato il percorso della legge 6, compresa la consulenza Tappeiner. Lo conferma il presidente del consiglio regionale Diego Moltrer, presente ieri insieme ai funzionari del consiglio durante l’operazione della Guardia di Finanza: «Ci hanno chiesto le delibere e tutto quello che riguarda la legge sui vitalizi, l’incarico che l’ex ufficio di presidenza affidò all’Università di Innsbruck e la relazione del professor Tappeiner. Noi abbiamo consegnato tutto ed è stato messo a verbale quello che è stato ritirato». Moltrer conferma la «massima disponibilità a collaborare» alle indagini e definisce «molto corretti» i rapporti con gli uomini della Finanza arrivati a palazzo per acquisire le carte.

Carte su cui ora si concentrerà l’attenzione degli inquirenti. In particolare si vuole andare in profondità sulla consulenza che fissò i parametri per quantificare l’anticipo dei vitalizi, oggi duramente contestati perché considerati eccessivamente vantaggiosi per gli ex consiglieri. Si tratta da un lato dell’aspettativa di vita attribuita ai consiglieri, allungata del 13,6% pari a 4 anni in più, e del tasso di sconto, ovvero il tasso di interesse prevedibile che fu fissato a 0,81% rispetto a un tasso medio del 2,5%, dunque molto basso e superconveniente. Le indicazioni di Tappeiner furono poi recepite dalla delibera dell’Ufficio di presidenza. L’inchiesta dovrà poi approfondire un’altra circostanza: Tappeiner eseguì la consulenza gratuitamente in qualità di docente dell’ateneo di Innsbruck. Ma Tappeiner era anche presidente di Pensplan, la società che pochi mesi dopo si aggiudicò la gara europea per la gestione del Fondo Family.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano