Nei giardini di Riva soltanto l’erba che ha poca «sete»

L’acqua è sempre più preziosa, ma il verde è strategico Adesso non resta che scegliere la specie adeguata



RIVA. Problema: risparmiare risorse nella gestione del verde pubblico: godere di aiuole, campi sportivi, rotonde, prati belli in tutte le stagioni senza sprecare acqua coi sistemi di irrigazione, tagliando l'utilizzo di fertilizzanti, cancellando i pesticidi che la normativa europea ha messo fuori legge negli ambienti urbani anche in Italia. Soluzione: sostituendo alla tecnica capace di assicurare risultati brillanti solo nell'immediato ed a costi elevati (esempio: lo splendido addobbo di piazza Garibaldi ottenuto trapiantando i fiori che verranno estirpati e sostituiti dopo la caduta dei petali) con un mix di scienza e pratica che porti all'impiego di specie vegetali rispettando i cicli dello sviluppo naturale. Detto così, ed aggiungendo che si tratta di un cambio di mentalità, la cosa resta poco chiara. Ieri hanno provato a chiarirla il professor Adriano Altissimo (università di Padova e San Michele), Mauro Calliari (responsabile della giardineria rivana), gli assessori Bollettin e Vivaldelli e l'ingegnere capo Sergio Pellegrini spiegando che cosa hanno fatto, negli ultimi otto-dieci anni, sui prati del lungolago, al campo Benacense, ai giardini del Lido, sul tetto della piscina, nelle rotonde, lungo la passeggiata del Bastione. Per il lungolago serve un'erba resistente all'usura, capace di sopportare giochi di bimbi, il peso ed il buio degli asciugamani di chi prende la tintarella, il vento del lago, capace di recuperare umidità di notte (i tubicini sotto terra dell'irrigazione sono scomparsi), verde anche d'inverno per chi strappa una passeggiata ad una giornata di sole decembrino. Siccome un'erba sola che abbia tutte queste caratteristiche non esiste, ne hanno preso di tre specie, le hanno mescolate, hanno lavorato due anni a farle crescere ed a ridurle in zolla: il risultato, sotto gli occhi di tutti, ha strappato l'apprezzamento d'un solone inglese in fatto di giardini venuto a visitare il lungolago dopo averlo ammirato in Google Earth. Stesso procedimento per gli altri siti: cercare per ognuno la specie capace di cavarsela da sola. Riva, ha detto Altissimo, è diventata un laboratorio a cielo aperto: adesso il traguardo (come sempre si sposta ogni volta un po' più avanti) è inventare qualcosa per i parcheggi: serve un'erba che le marmitte catalitiche non riescano a lessare e che sopporti per ore una tonnellata di macchina poggiata sui quattro contatti delle ruote. Dall'assessore Bollettin l'invito ai privati a convertirsi al nuovo corso: il comune è pronto a condividere con tutti i risultati delle esperienze compiute: tutti possono risparmiare acqua, tagli di erba, prodotti chimici. Provare per credere. (c.g.)













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