TRENTO. Sarà l’ospite d’onore, sabato 5 aprile, della tavola imbandita per il pranzo al quale i lettori del “Trentino” potranno partecipare. Insieme a lei i giornalisti di questo quotidiano Paolo Mantovan, Luca Petermaier e Andrea Selva. Maria Concetta Mattei, trentina doc, da anni volto noto della redazione del Tg2 che ha condotto a lungo, la raggiungiamo al cellulare a Saxa Rubra poco prima della quotidiana riunione di redazione.

E’ al Tg2 dagli anni Novanta. Come si è trasformata, in questi decenni, l’informazione televisiva?

Il panorama si è arricchito in modo incredibile. Tanti nuovi attori si sono ormai affacciati sulla scena. Basti pensare agli strumenti multimediali, ad internet su tutti. E i ragazzi, ma certo non solo loro, hanno a disposizione un’offerta molto vasta ed è difficile, da parte dell’informazione tv, attrarli con costanza. Una volta si diceva: “L’ha detto la Rai”. Era il verbo. Adesso non è più così

Quindi, che fare?

Bisogna essere agili, veloci, precisi e molto accattivanti. E’ necessario non accontentarsi di un’offerta diciamo tradizionale, magari più nelle corde di un pubblico di una certa età. Dobbiamo insomma essere elastici ed avvicinarci anche ai più giovani, a chi ha lo smartphone e usa twitter, tanto per capirci. Magari non sarà l’informazione più affidabile possibile però è veloce ed istantanea. E passa dai social network che oggi come oggi piacciono tanto. E’ inevitabile doverne tener conto.

Da 10 anni conduce Tg Storie, uno spazio di approfondimento sull’attualità.

Ormai è come fosse una mia creatura. Ed è un programma che si è evoluto diventando più dinamico con servizi veloci, più sprint rispetto ad una volta. Anche perché vado in onda molto tardi la sera e mica si può correre il rischio di far addormentare i telespettatori. E poi punto molto ad una certa pulizia direi estetica, all’eleganza stilistica. Con un ritmo serrato.

Le manca un po’ l’aria di casa?

Certo che mi manca. L’unica cosa che rimprovero ai miei uomini di famiglia è che mi “costringono” a rimanere a Roma anche d’inverno quando invece vorrei venire in Trentino a sciare. Si, di questo ho nostalgia. Le montagne e quell’aria frizzante mi mancano. Ma quando posso, torno.

Si è candidata per entrare nel cda del Mart. Perché?

Un po’ perché è un’occasione per rimanere in contatto con la mia terra. Poi penso che il Mart sia un avamposto straordinario di cultura, di arte raffinata. Vorrei che osasse ancor di più, allestisce mostre bellissime. Il Trentino, oltre alla ricchezza rappresentata dalla montagna e dai tanti laghi, è capace di conservare e rappresentare l’arte e la cultura. E’ un modo per rafforzare la nostra identità. Si potrebbe fare un ottimo lavoro in questo senso.

Suo padre Luigino, storico caporedattore dell’Alto Adige, scomparso quasi un anno fa, cosa le ha trasmesso visto che anche lei è una giornalista?

Non pensavo di fare questo lavoro proprio perché papà per me era un modello, una penna straordinaria. Oltreché un esempio dal punto di vista etico. Non a caso non ho mai lavorato nei giornali e ho scelto una carriera che non potesse essere paragonata alla sua. Mi ha trasmesso questo forte ancoraggio alla mia terra, per me è stato una guida.

Si siederà al tavolo con i lettori del “Trentino”. Che curiosità pensa di poter soddisfare?

Spero tante. Riuscire ad ascoltare, sentire le loro curiosità, accogliere i suggerimenti che mi auguro arriveranno è molto importante per il nostro lavoro, per cercare di essere più chiari e incisivi nel raccontare quello che succede. Sarà una buona occasione. A presto.

Chiunque voglia partecipare ai pranzi (in programma nei ristoranti “Ai Vicoli” e “Scrigno del Duomo” di Trento, al costo di 20 euro) può prenotare telefonando dal lunedì al sabato, dalle ore 10 alle 18 in redazione al numero di telefono 0461-8851110461-885111. Prenotazioni anche a rsvp@mismaonda.eu