Martinelli, la prima “penna” arrivata in città 

È giunto da Torino a Trento ieri mattina, con il camper stipato di cibo, vino e fiori per le signore


di Sandra Mattei


TRENTO. Sul tavolo prepara in un attimo pane e companatico per sfamare un esercito. La metafora è forse esagerata, ma trattandosi di alpini, ci sta. Acciughe, salame, gorgonzola, grissini artigianali Rubatà, quelli della tradizione piemontese, vino e grappe varie. Ivano Martinelli, l’alpino dei record che da 18 anni arriva primo alle adunate nazionali, è già parcheggiato con il suo camper a San Bartolomeo. «Quest’anno sono stato indeciso fino all’ultimo - confessa Martinelli, 73 anni - Ieri sera avevo male alla schiena e mia moglie insisteva perché non partissi. Ma io non potevo perdermi proprio questa adunata, la diciannovesima, quella del centenario della Grande guerra. Ho preso un antidolorifico e questa mattina (ieri, per chi legge, ndr.) alle 4 ero già in viaggio. Alle 8 e 10 ero già a Trento». Martinelli viene da Moncalieri, dove è stato vice capogruppo della sezione Ana locale, ha scelto un parcheggio a fianco della chiesa del Sacro Cuore. E da subito ha iniziato a distribuire fiori alle signore e caramelle ai bambini. Noi l’abbiamo incontrato verso mezzogiorno, e per l’appunto da alpino che non si smentisce, ha iniziato ad imbandire il tavolo all’esterno del camper. Alle signore che passano, Ivano è pronto ad offrire vasetti di gerani, viole del pensiero di tutti i colori e le dimensioni. Ma l’approccio non è così immediato: molte sono diffidenti ed all’offerta di fiori, anche se gratuiti, rispondono “no, grazie”. L’atmosfera si scalda un po’ quando arriva uno degli inquilini della casa nel cui terreno Martinelli ha parcheggiato. Fa notare, un po’ contrariato, che lì quel camper non ci può stare. Ma quando salta fuori che anche lui è camperista e pure alpino, la tensione scompare e si finisce per sedersi al tavolo di fronte al richiamo irresistibile, visto l’ora, del pane, salame e vino bianco. Mentre si discute come risolvere la permanenza del camper per i prossimi 15 giorni, qualche persona di passaggio si incuriosisce per quel personaggio pittoresco con il cappello d’alpino e per i simboli appesi al camper. Passano alcune ragazze che hanno frequentato un corso al Centro Teatro di viale Olmi, ed accettano un vasetto di viole del pensiero. Poi si ferma un gruppo familiare, incuriosito dal camper ed anche per le signore è pronto l’omaggio floreale. A chi gli chiede come passerà questi 15 giorni in attesa dell’Adunata, Martinelli risponde sorpreso: «Ma che problemi ci sono? A me piace stare con la gente, chiacchierare condividendo il cibo e il vino. A dire la verità, di vino non ne bevo più come una volta, lo devo allungare con l’acqua, ma offro tutte cose genuine. Ho del cervo e del capriolo, perché mio figlio è cacciatore e come li cucina mia moglie non c’è nessuno. Ci sono anche le anguille, sempre cucinate dalla moglie che è di Comacchio». Per Martinelli l’adunata vuol dire condividere quello che si ha. La speranza è che anche i trentini siano altrettanto accoglienti con l’invasione delle penne nere.

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