L'INTERVISTA

"Ma a noi restano in tasca pochi centesimi"

Oscar Demattè, gestore di due stazioni di servizio Esso: "Se vendo un alberello per profumare l'auto guadagno di più rispetto a un pieno di gasolio"



TRENTO. Oscar Demattè, gestore storico delle stazioni di servizio di viale Verona e del ponte di Ravina, ti fa vedere un alberello profumato da mettere in auto e spiega: «Guadagno di più a vendere uno di questi che a vendere 100 litri di gasolio». Ecco il mercato dei carburanti, con i margini per i gestori ridotti al minimo, le stazioni di servizio che chiudono e gli automobilisti che si mettono in coda dove i prezzi sono inferiori, tenendo conto anche dei millesimi di euro, come se il tempo che trascorrono in attesa valesse meno dei pochi centesimi di risparmio che differenziano i distributori più aggressivi sul fronte dei prezzi. I conti sono elementari, come spiega Demattè: «In un’area di servizio dove si fa rifornimento da soli e poi si paga alla cassa ci può essere un guadagno di 2 centesimi al litro, che viene dimezzato (un centesimo al litro) nelle aree interamente self service, dove si paga alla colonnina con le banconote o con il bancomat». Poi ti fa vedere la fattura per l’acquisto del gasolio che indica il prezzo di acquisto (1,175 euro al litro) e ti indica il prezzo di vendita a 1,199 euro.

Quando il prezzo scende per i gestori è un problema, soprattutto per quelli che hanno la cisterna piena di gasolio pagato più caro rispetto alle quotazioni delle ultime ore. Chiaro che poi, quando il prezzo torna a salire, provano a recuperare quello che hanno perso. Ma non è il caso di questi giorni. La giornata di Demattè comincia di buon mattino: «Verifico le quotazioni della concorrenza e le comunico alla casa madre» spiega Demattè. A volte il controllo della concorrenza avviene anche il pomeriggio. Ma alla fine sono proprio le case petrolifere a fare il prezzo, con la possibilità per il gestore di praticare un rialzo minimo: «Ma se ricariciamo troppo vediamo che gli automobilisti non vengono, quindi ci ritroviamo sempre con guadagni risicati nell’ordine di pochi centesimi. Mio padre negli anni Ottanta guadagnava 40 lire al litro e ora siamo sullo stesso livello, con 2 centesimi al litro: peccato che nel frattempo siano passati trent’anni e siano subentrati una serie di costi che all’epoca non erano previsti, come quelli ambientali per lo smaltimento dell’olio». Chiaro che oltre al carburante i gestori - se vogliono sopravvivere - devono vendere altri servizi: ecco il montaggio degli pneumatici, ecco gli autolavaggi, perché di sola vendita del carburante ormai non si campa quasi più.













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